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documenti parlamentari


cuni una diramazione alle antiche e rinomate ferme di Acqui; veduto che si accenmava anche a grandi e vistosi ampliamenti a quelle terme, il Ministero divisava preparare un progetto di capitolato con cui potere affidare ad un tratto e la costruzione e l’esercizio delle strade ferrate e delle ferme ad una sola società speculatrice, sperando frovare nella concorrenza dei molti pretendenti che già si presentarono od in quella degli altri che di certo si presenterebbero quei vantaggi e di economia è di tempo e di rendita che mal si potrebbero altrimenti sperare. Questo è lo scopo della legge progettata da prima dal Governo, modificata poi dalla Camera elettiva, che voi ci avete chiamati ad esaminare.

Si propone con essa di dare in un solo ed unico appalto la costruzione e l’esercizio di due diramazioni dalla via principale, che, da Alessandria l’una, Valtra da Novi, giungano a Tortona, e che riunite tendano di là sino a Stradella per ora, destinate a prolungarsi poi sino ai confini di Parma e di Lombardia; più, altra diramazione che tenda da Alessandria ad Acqui; più, la cessione temporaria pel correspeltivo di lire 600,000 delle terme di Acqui nel loro stato attuale; più, un aumento a quei fabbricati in cui erogare la somma di 600,000 lire almeno; più ancora, l’erezione di altro edifizio nuovo con la spesa di altre 600,000 lire alla sinistra della Bormida, nel quale condurre e rendere proficua quella ricca vena di acqua termale che sgorga nella città, e che da secoli e secoli va quasi intieramente perduta: e ciò tutto senza alcuna spesa per parte delle nostre finanze, anzi col lucro del capitale primitivo delle lire 600,000, la cui rendita compenserebbe ampiamente quella che, dedotte le spese, si perceye dalle terme attnali e con la reversibilità delle strade, delle terme e degli edifizi al termine della concessione, la cui durata sarà o di novanl’anni o minore, secondo le risultanze degii incanti ad intraprendersi sulle basi e sul capitolato che sono annessi alla stessa proposizione governativa,

Sopra l’insieme di questi progetti, che a primo aspelto presentansi così vanlaggiosi, il vostro ufficio poriò le sue investigazioni, e gli parve che quell’anione, quell’amaigama di intraprese così disparate e diserepanti fra loro, potesse allontanare alcuna società od individuo dall’immischiarsi in affari che stimasse di troppo complicati. Di solito, e gli individui e le associazioni hanno le loro particolari specialità di speculazione, nè si adattano a sortirne che con la prospettiva d’un ricco e pingue gnadagno.

A ciò si aggiunge ancora, quesl’unione essere stata fatta allo scopo che l’imprenditore avesse a compensarsi delle perdite che risulterebbero sopra alcuni rami di queste intraprese col profitto che ricaverebbe sugli altri. Nè si saprebbe di massima disapprovare un tale espediente per portare senza aggravio apparente delle finanze sussidi e soccorsi ad opere di pabblica atilità, che da se sole non possano dare tale pro.

fitto da campensarne le spese. All’atto pratico però sarebbe sembrato che miglior partito potesse essere il dare bensì que.

sto sussidio, ma il darlo in modo palese e manifesto, e tale chie il-pubblico ed il Governo, gli amministrati e gli ammini.

stratori avessero a sapere e quale sia il vantaggio di una operazione, e quale la perdita di un’altra, e sino a qual punto per motivi di pubblica utilità convenga questa proteggere ed aiutare.

Mal si sa dai Governi calcolare quanto si conceda quando si dà in modo così confuso e cumplicato con altre speculazioni.

E questi calcoli che non fanno e non porno fare i Governi, gli sanno fare e gli fanno a tutto loro vantaggio gli speculatori, valutando sempre quali perdite reali ed effettive tutte le più lontane e non solo improbabili, ma, direbbesi, an che impossibili eventualità sfavorevoli che si possano incontrare.

i

Spinto da questi motivi, proponevasi da uno dei membri dell’ufficio centrale la separazione delle imprese in Jotti distinti, onde risultasse ove vi è la perdita od il profitto, onde fosse stabilito il sussidio in somma fissa od in determinati vantaggi a darsi per motivi di pubblica utilità, e onde gli appaltatori rimangano liberi di accostarsi a quella speculazione nella quale credano poter trovare meglio le loro convenienze.

Il vostro ufficio centrale però, persuaso che la libera concorrenza all’asta pubblica possa supplire alla deficienza dei calcoli ed ovviare alle gravi difficoltà della separazione in distinti progetti, è di sentimento di non portare questa variazione alla proposizione governativa e di lasciare che conun’unica impresa si diano ad un tralto tutte complessivamente le divisate operazioni.

Parve poi ad altra parte della minoranza di quest’uffisio che troppo vicine fra loro fossero le due lince da Novi e da Alessandria a Tortona, e che meno utili potessero riuscire chiodendo fra esse una troppo angusta e ristretta regione; e quindi riguardarndo come fissi ed invariabili i due punti di diramazione da Novi e da Alessandria, proporrebbe lasciare a Tertona la sola comunicazione diretta con Novi, portando la linea proveniente da Alessandria sulla sinistra della Scrivia sino a raggiungere verso Voghera la strada che da Tortona andrebbe a Stradella, dicendosi che così si presterebbe un più utile servizio alla numerosa popolazione dei cospicui borghi di Sale, di Castelnmovo e di altre minori borgate che si trovano o su quella linea o nelle sue vicinanze. E si proporrebbe quindi fosse lasciata libera la scelta della linea e del punto di congiungimento fra Alessandria e Stradella alla società che ne imprendesse la costruzione e esercizio, appunto come si è lasciata una simile libertà fra il lato destro e sinistro della Bormida nella costruzione della strada di Acqui, Ma la maggioranza del vostro ufficio centrale, riconoscendo di troppa importanza amministrativa e strategica una pronta e diretta comunicazione fra Alessandria e Tortona, crede anche su di ciò non essere il caso di proporre alcuna modificazione al progetto.

E qui cade in acconcio il porre sotl’occhio al Senato cone questi pensieri di strade ferrate appena manifestati abbiano interessate le popolazioni di quelle provincie e delie adiacenti.

Dodici comunità della Lomellina, rappresentando i Toro interessi locali, ricorrono perchè il tronco da Alessandria a Vo ghera sia ad esse approssimato percorrendo i terreni posti fra la destra della Bormida e del Tanaro e la sinistra della Scrivia; simile ricorso vien fatto da un comune della provincia d’Alessandria, e da sei di quella di Tortona che si trovano in quelle adiacenze. Fra questi uno solo, quello di Piovera, sl:bandonando di parlare soltanto dei suoi interessi particolari e municipali, sale a più alte considerazioni, manifestano il desiderio sia aimeno studiata la linea del basso Torlonese prima di abbandonare definitivamente quella località, e ruppresentando anche essersi già sufficientemente provveduto colla comunicazione di Novi all’interesse del capoluogo e deversi provvedere pure ai bisogni della più fertile e ricca parte di quella provincia, Altri comuni poi in numero di quindici, posti tutti nelle parte montuosa del Tortonese, riccrrono pi rchè la diramazione abbia a farsi a loro vantaggio e quasi in compenso dell’infelice posizione in cui vennero collocati dilîa natura, ec vorrebbero che la nuova strada si staccasse da Serravalle ed avesse a percorrere le falde di quei monti a destra della Scrivia sino a Tortona,