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documenti parlamentari


Più grave questione si agitò a proposito dell’articolo 54, con cui lo Stato promette agl’intraprenditori della ferrovia di non accordare concessioni per altre linee ferrate parallele o concorrenti; vincolo di gran conseguenza, come quello che impedisce poi per lunghissimi tempi di correggere gli errori in cui s’incappasse nel primo tracciamento delle linee, Pure bisogna rassegnarvisi, se non si vogliono sconfortare i capitalisti dal concorrere a queste imprese, ciò che sarebbe come un impedire che si faccia di preseate per troppo sottilizzare sul migliore avvenire. Nondimeno parve alla vostra Commissione che una di quelle linee, le quali sarebbero colpite, quasi a dire, di nullità, in forza dell’articolo 84 del capitolato predisposto dal Ministero, meritasse un’eccezione. Da Voghesa a Valenza si misurano meno di 30 chilometri per una linea che passerebbe tra Castelnuovo Scrivia e Casei, e, parallela quasi al corso del Po, si avvicinerebbe a Sale ed a Bassignana. Questa sarebbe la via naturale tra la Lomellina, il Monferrato, ii Vercellese, la Svizzera, e Voghera, Stradella, i ducati, l’Italia centrale. E in vera prova chi da Casale e da Mortara andasse a Voghera per Alessandria farebbe quasi doppio cammino, avendo a percorrere 54 chilometri in luogo di 30, giro troppo vizioso perchè il commercio possa luogamente comportarne lo scapito.

Non restano ad accennare che due modificazioni, le quali vantaggierebbero le condizioni dell’impresa. L’una, introdotta nell’articolo 96 del capitolato, disporrebbe, a somiglianza di quanto fu statuito nella concessione della ferrovia da Torino a Novara, l’applicazione delle eccedenze dei guadagni alle opere di perfezionamento della ferrovia; l’altra, introdotta nell’articolo 89, esonererebbe gli assuntori dall’obbligo di pagare l’annuo canone di lire 20,000, che il Governo nel suo progetto ha fissato come corrispettivo per Paso ed il servizio delle stazioni erariati di Alessandria e di Novi; lieve favore, chi consideri le ingenti somme impegnate per assicurare la costruzione di altre ferrovie, che nei rispetti commerciali e politici non hanno a gran pezza l’importanza della linea ligure-orientale.