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due chilometri c mezzo, ascende fino al 35 per mille, Si per- venne tuttavia, mediante locomotive di nuova invenzione di ingegneri nazionali, a superare queste pendenze: ciò che, quantunque con molto studio e gravi spese si fosse cercato, non erasi per anco in altri paesi ottenuto. Ma la salita per mezzo di locomotive mobili, se può essere conveniente pel trasporto dei passeggieri, presenta gravi difficoltá per quello delle mercanzie; non potendovisi con locomotive mobili, an- che della considerevole potenza di quelle di nuova invenzione impiegate sul piano inclinato del Riccò e dei Giovi, trascinare convogli di ún peso brutto maggiore di 80 tonnellate, ossia di un peso in merci maggiore di 50 tonnellate (1) ; sí che sa- rebbe forza dividere eccessivamente i convogli delle mer- canzie, con gravissima perdita di tempo ed accrescimento di spesa. Quindi il Governo dovette pensare a metodi meno di- spendiosi, coi quali poter eseguire su quel piano inclinato il trasporto delle mercanzie. E sebbene giá da lungo tempo si sentisse il bisogno d’impiegare a tal uopo macchine fisse, per istabilire le quali erasi, alquanto inferiormente alla metá del piano inclinato, lasciato un tratto orizzontale della lunghezza di metri 150, non erasi tuttavia fermata la scelta nè sulla qualitá del motore, che altri volevano il vapore, altri la cqduta dell’acqua, nè sul modo di trazione. Se non che la grande quantitá d’acqua che pér filtrazioni dalla valle della Scrivia inondava ed impediva i lavori della parte superiore della galleria dei Giovi, persuase ben presto, che si avesse in quantitá piú che sufficiente questo potentissimo ed econo- mico motore; e le replicate indagini fatte fare dal Governo sulla quantitá d’acqua esistente nella parte superiore del tor- rente Scrivia durante le magre estive ridusse tale persuasione a certezza. .

Mentre il Governo sotto questo aspetto, che sclo od al- meno piú direttamente lo riguardava, proseguiva gli studi sulla quantitá d’acqua esistente nella Scrivia, e sul modo di trarne profitto per l’esercizio della strada ferrata, l’industria privata aveva sotto un altro aspetto rivolto gli occhi all’acqua medesinza, destinando condurla in Genova, dove si difetta di acqua potabile, a segno che il bronzino vi si vende ora da lire 10,000, oltre le spese di condotta dall’acquedotto mae- stro, E qui, onde piú agevole riesca il portar giudizio intorno alla legge sottoposta alla vostra approvazione, crede l’uffizio dover premettere all’esame del contratto col cavaliere Nico- lay, una breve esposizione delle pratiche su questo argo- mento, le quali precedettero il contratto, quale essa si de- duce da un accurato esame dei documenti stati dal Ministero comunicati al Senato.

Vaghi progetti per una derivazione d’acqua dalla Scrivia a traverso la galleria dei Giovi si fecero da molti, ed a voce e per iscritto e colle stampe. Ma il signor Bomenico Corte fu il primo che porgesse al Governo una domanda formale in proposito, il 15 ottobre 1851; e siccome il Governo indu- giava a rispondere, poichè allora piú che mai si studiava la questione sul modo di trazione piú conveniente, il Corte rin- novò la domanda il 24 gennaio del seguente anno, allegando ragioni per provare l’urgenza, Il Governo, al quale un tale lavoro avrebbe cagionato un riguardevole risparmio di spesa pel caso che intendesse servirsi dell’acqua come di forza mo- trice, non si mostrò alieno dal secondare la domanda, con che venisse maggiormente sviluppata, e accompagnata dei

(1) Veggasi la relazione premessa al progetto di legge pre- sentato il 10 aprile dal ministro delle finanze alla Camera dei deputati, per un saggio di applicazione del sistema di propul- sione idropneumatica al piano inclinato dei Giovi.

Sessione DEI 1859-54 — Documenti — Vol. Il 148

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piani e disegni necessari a poter giudicare sí del merito della medesima, come se l’impiego a che l’acqua era destinata dal ricorrente potesse conciliarsi con quello che intendeva farne il Governo. Promise il Corte che farebbe eseguire gli studi e formare i piani richiesti.

Nel mese di agosto dello stesso anno 1852 un comitato pro- motore di una societá, della quale faceva parte l’ingegnere Novella, porgeva all’azienda delle strade ferrate, e in sul principiare dell’anno seguente al ministro dei lavori pubblici, una domanda tendente ad ottenere una derivazione d’acqua dalla Scrivia, alle condizioni seguenti : 1° che le spese di de- rivazione dell’acqua dalla Scrivia fino alla galleria fossero a carico del Governo, indi in poi quelle d’intubazione e con- dotta restassero a carico della societá; 2° che il Governo po- tesse servirsi in valle del Riccò dell’acqua come di forza mo- trice per trarre i convogli lungo il piano inclinato; 3° che le spese di manutenzione fino allo stabilimento locomotore, re- stassero a carico del Governo, da indi in pol a carico della societá; 4° che il Governo guarentisse la quantitá d’acqua di 250 litri ogni minuto secondo ; 8° che inoltre guarentisse la rendifa del 4 e 1j2 per cento sul capitale da impiegarsi; 6° che il Governo fosse responsale verso i terzi pel fatto di essa derivazione; 7° che la societá potesse far passare i tubi ai lati della ferrovia; 8° che il ferro per delta condotta d’acqua fosse esente dal dazio d’entrala ; 9° che facoltá fosse fatta alla societá di emettere un numero d’azioni corrispondente al capitale necessario all’attuazione del progetto. Con altra let- tera del 10 inarzo il comitato dichiarava recedere dalla pre- tesa della garanzia d’interesse, ma persistere nelle rimanenti. Nè l’una nè l’altra leitera era accompagnata da piani 0 da di- segni qualsiasi, indicanti il modo di derivazione.

Poco dopo questa seconda domanda della societá Novella, li 2 aprile 1855, il cavaliere Paolo Antonio Nicolay, di con- certo e di comune interesse col quale dichiarò indi a poco il signor Domenico Corte di aver fatto le precedenti domande del 13 ottobre 1851 e 24 gennaio 1852, presentò una sollo- missione, colla quale si obbligava.di compiere fra sei mesi la estremitá settentrionale della galleria dei Giovi, ed inoltre l’acquedotto sotterraneo per riunire le sorgenti che potreb- bero servire per forza motrice sul piano inclinato dei Giovi, e ciò alle seguenti condizioni: 1° che tutti i lavori da eseguirsi sarebbero a carico del proponente, tranne il compimento della galleria dei Giovi, che dal Governo verrebbe pagato ai prezzi convenati nel capitolato d’appalto, coll’impresario della medesima ; 2° che il Governo dovesse dichiarare fra sei mesi se intendeva far uso dell’acqua come di forza motrice, e che in questo caso la spesa per la raccolta dell’acqua e pei con- dotti fosse per metá a carico delle finanze, riservato al Go- verno il diritto di prescrivere fino al luogo dove farebbe uso dell’acqua, la forma e le dimensioni dei tubi conduttori; 3° che al chiedente fosse lecito collocare i tubi lungo la strada ferrata, sotto quelle discipline che il Governo stesso credesse utile di prescrivere; 4° che l’opera venisse dichiarata di pub- blica utilitá ; B° che si concedesse una diminuzione sul dazio d’entrata per tubi ed utensili da impiegarsi nell’acquedotto; 6° che al petente fosse concesso di formare una compagnia

. per l’esecuzione dell’intrapresa. Anche questa domanda che,

a differenza delle precedenti, si restringeva alle acque sorgive e sotterranee, non era accompagnata da piani o disegni; ma indi a poco il signor Giulio Sarti, ingegnere della societá, presentava al signor cavaliere Ranco, ingegnere capo alla stazione di Novi della strada ferrata, e direttore dei lavori di Scrivia, due disegni, dimostranti il divisalo modo di deriva- zione; e questi trasmetteva sul progetto del Sarti un parere