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I suoi introiti però, siccome quelli del clero dell’isola fon- dati sulle decime, erano eventuali anzichè certi, siccome ri- cavati dai proventi de’ benefizi, prebende, mitre, ecc., 1 quali percepiti in natura dai coltivatori o proprietari, subivano l’influenza della condizione di questi. Meno incerti ne risul- tavano i relativi oneri imposti dai fondatori de’ benefizi stessi soggetti al Monte, e che non erane lievi, sicchè si ebbe la dimostrazione quanto insufficiente al bisogno fosse quel mezzo.

Troviamo infatti negli annui resoconti rimaste fra i crediti somme considerevoli (Vedi in fine le tabelle) per driiti, o quote che non si poterono esigere, ec vediamo una notevole differenza in meno fra le somme presunte o bilanciate in at- tivo e quelle accertate. Vediamo altresí l’insufficienza dei mezzi ne’ritardati pagamenti a carico del Monie, per oltre un anno dopo Ìa loro scadenza.

A sopperire a questa deficienza il Governo aveva concesso a quest’amministrazione assegni diversi fiscali fissi (descritti nelle tabelle seguenti, categoria 3), da’ pagarsi da diverse esattorie d’insinuazione, e altri doganali.

A imitazione dell’operato in terraferma dopo la ristaura- zione del 1814, venne pure creata in Sardegna (con regie pa- tenti 29 novembre 1816, cui successero altre diverse 25 feb- braio 1818, 25 agosto 1821, ecc.) un’amministrazione del debito pubblico; e nel mentre che continuò di sussistere il Monte di riscatto come indipendente, gli s’împose l’ob- bligo di pagare al debito pubblico dell’isola una somma annuale, che appare iscritta nel passivo del suo rendiconto (categoria 1).

Uno de’ piú essenziali motivi della creazione del Monte era stata la riduzione della carta monetata; vedesi infatti nel suo resoconto un’apposita categoria (la 9) a tal uopo. Da un’elaborata e lucida relazione presentata a questa Ca- mera sul bilancio del Monte del 1851 dal nostro onorevole collega Cristoforo Mameli, risulta che il valore totale dei biglietti di credito verso le regie finanze emessi ammontò a 1,544,000 lire nuove di Piemonte, e che quello dei bi- glietti ancora in circolazione nel 1851 credeva potere cal- colarsi a 438,288.

Dopo il 1825 non rimaneva di somma annua applicata all’ estinzione de’ biglietti che lire 2400; di modo che il Monte nor potè piú adempiere che imperfettamente al suo scopo, limitandosi a ritirare i piú logori.

L’anno 1848, di cui ci occorre qui dopo trattare, recò nuovi incagli all’amministrazione del Monte. La diminu- zione di vari balzelli imposti al commercio, singolarmente di quelli colle parti consorelle dello Stato situate nel conti-

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nente, aveva cagionato anche quella de’ susi introiti; venne aggiugnersi quella delia scarsitá, o piuttosto della carestia, per la deficienza de’ predotti dei suolo dell’anno 1847; defi- cienza generale in Europa che rese impossibile avere l’iatiera quota, benchè solita ad esigersi in natura, dai debitori, affit- tavoli, o proprietari di beni ecelesiastici, e che obbligò la Sardegna a procurarsi per vivere, mercè somme imprestate ai comuni dal Governe, granaglie dall’estero.

Nel 1848 all’autoritá regia mancò nell’isola la forza mate- riale, essendone stata tutta la truppa vifolta per inviarla all’armata.

La legge del 10 marzo 1853 abolí questa istituzione e cone ferí le sue attribuzioni, che erano consentanee alle nuove forme di Governa, all’amministrazione generale e centrale del debito pubblico, ordinando che le sue attivitá e passivitá sarebbero assunte ne’ bilanci futuri dello Stato.

Trattandosi quindi ora d’un’istitazione non piú esistente, abbiamo creduto dover essere assai brevi nella nostra espo- sizione dell’esame de’ suoi centi: ciò non ostante. non ab- biamo creduto potervi presentare un progetto di accettazione de’medesimi senza avere la morale certezza della loro rego- laritá, per quanto concerne l’ufficio nostro, il quale è ri- sfrefto meno che a sindacare le basi e la convenienza del- Vistituzione, qual fosse la esatta sua azione in conformitá delle leggi che la reggevano. Anche quest’ultima incombenza ci riescí non lieve, sia perchè, rignardando un’amministra- zione che si mantenne costantemente isolata, locale con per- sone, con archivi, con registri speciali, con una contabilitá ripartita in piú serie di operazioni attive o passive, variabili di continuo, come le vacanze de’ benefizi soggetti al Monte, le loro tasse, le pensioni dovute, ece., ci divenne difficile 0 im- possibile ottenere in Torino tutti i documenti necessari e le carte tulte ginstificative di sí svariata gestione finanziaria,

Arroge che, perla sua indole semi-ecclesiastica, quest’isti- tuzione riceveva altre maniere di controllo e altre forme, che non quelle che siamo usati a riconoscere nelle aziende dello Stato tutelari della regolaritá.

La Commissione però, essendo giunta a sufficientemente riconoscere che le operazioni di quest’azienda erano state esercite e sarvegliate secondo le regole per essa vigenti, che il controllo operavasi per opera di appositi agenti, e che del tutto reudevasi conto singolare al sovrano per mezzo di uno de’ suoi ministri, e che dal medesizio emanava l’autorizza- zione sí delle spese che delle introdazioni, è di parere che la Camera possa ammettere con legge speciale di liberazione, il conto di quell’amministrazione, conformemente alle see guenti tabelle,