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sessione del 1853-54


cietà private l’esercizio della strada ferrata, siccome pure di cederlo al Governo, il quale in tale caso dovrà devenire ad apposito atto di convenzione da approvarsi per legge,

Art. 82. Per le notificazioni od intimazioni che occorresse di fare alla società, questa dovrà eleggere il suo domicilio in Torino. In difetto di tale elezione di domicilio, le notificazioni od intimazioni dirette alla società saranno valide quando siano fatte alla segreteria dell’intendenza generale della divisione amministrativa di Torino.”

Art. 83. La presente convenzione non sarà definitiva nè valida che per legge.

Il ministro dei lavori pubblici
Firmato PALEOCAPA


I delegati della società tali costituiti per atto di procura in data 27 maggio 1853, rogato Devecchi notaio a Casale

Sottoscritti: Dott. Gio. LanzaMellana


Per copia conforme:

L’intendente capo della prima divisione
PANIZZARDI.



Relazione fatta alla Camera il 16 gennaio 1854 dalla Commissione composta dei deputati Tecchio, Cadorna Raffaele, Piacenza, Cavalli, Farini, Ravina e Valerio, relatore.

Signori! —— Tl signor ministro dei lavori pubblici nella sua relazione sul progetto di legge per la ferrovia di Casale, di cui troverete il tracciato unito alla presente relazione, mostra credere che l’eccitamento alla costruzione di questa strada provenne dal Governo per l’obbligo imposto alla società della ferrovia di Novara di concedere l’uso della stazione di Vercelli mediante corrispettivo. L’incitamento invece fu dato dal Consiglio provinciale di Casale a cui si associò il Consiglio comunale e quindi i Consigli comunale e provinciale di Vercelli. Infatti, avendo il Governo chiamato il Consiglio provinciale di Casale a deliberare in sua seduta straordinaria del 26 novembre 41851 sul concorso statogli proposto nella spesa di costruzione della ferrovia da Torino a Novara mediante l’acquisto di azioni, fu dal medesimo in quella seduta emessa la seguente testuale deliberazione:

«Il Consiglio delibera di prendere due mila azioni di lire 300 caduna della società per la strada ferrata da Torino a Vercelli e Novara, con che questa società comprenda nel suo progetto un tronco di strada che partendo da Vercelli si congiunga passando da Casale colla strada che da Genova tende al lago Maggiore, e venga da essa principiata contemporaneamente alla strada principale ed aperta aí pubblico nei tempo in cui sarà pure aperto il tratto da Vercelli a Torino, e da Vercelli a Novara. Dichiara inolîre che, ove questa offerta non venga accettata fra tutto febbraio prossimo, sarà fin d’ora destinato in milione a quella società che imprendesse questo tronco,»

Poco tempo dopo fu conosciuto il rifiuto della società Brassey di accettare il concorso della provincia di Casale alla strada da Torino a Novara colla ora detta condizione. Quindi il Consiglio provinciale pensò a dar moto ad una società particolare, ed avendo fatto adesione alla sua deliberazione il Consiglio comunale di Casale, si fermò, coll’aiuto dei Consigli

provinciale e comunale di Vercelli e di privati cittadini, un comitato promotore da cui nacque il progeito di legge che oggi abbiamo l’onore di presentare alla vostra approvazione, ”

Nè noi abbiamo riandate queste circostanze per nulla detrarre ai meriti governativi, ma sibbene affinchè sia noto sempre piú quanto sia efficace e salutare l’iniziativa dei Consigli popolari, ed affinchè si faccia aperto ad ognuno quanto grandi sarebbero i benefizi che ne proverebbe la nazione, qualora i municipi e le provincie venissero sciolti dai vincoli eccessivi che tuttora le stringono; vincoli che il Governo del Re ha piú volte promesso di rallentare.

Il signor ministro nella sua relazione accenna pure che la società non ha chieste maggiori facilitazioni di quelle contenute nel progetto di legge. È questa un’asserzione meno esalta. La società, dimostrando come fosse giusto che lo Stato le concedesse qualche agevolezza in vista delle particolari utilità che presenta questa ferrovia sotto il rapporto strategico ed anche sotto il rapporto finanziario per la costruzione di un ponte in muratura sul Po, necessario ad una città fortificata e per il trasporto dei militari da questa piazza forte a quella d’Alessandria, e ritenuto anche che il Governo coll’incauta concessione fatta nel 1837 alla società del nonte di ferro sospeso sul Po, metteva ora la società della ferrovia nella necessità di indennizzare quella società concessionaria, domandò al Governo di piú di quanto si trova concesso nel progetto di legge, domandò cioè:

1° Che lo Stato si assumesse l’obbligo di indennizzare la società del ponte sospeso per la privativa ad essa stala concessa di tenere un ponte sul Po in Casale per 29 anni e mesi,

2° Che si portasse dal Governo la stazione di Valenza per la ferrovia dello Stato in maggior vicinanza al punto di congiunzione delle due strade,

3° Che fosse conceduto alla società l’uso della strada argine, stata costrutta dal Governo sulla destra del Po per difendere i territori attigui dai guasti del fiume, con che le sole riparazioni ordinarie fossero a suo carico.

Il Ministero si rifiutava alle due prime domande ed accordando la terza vi apponeva la condizione assai gravosa che anche le riparazioni straordinarie siano a carico della società, e con ciò corre il pericolo di vedere disertato l’argine dalla ferrovia imponendo alla società un’inutile spesa e conservando al Governo l’obbligo di dovere eseguire a suo carico non solo le riparazioni straordinarie dell’argine medesimo, ma sibbene anche le spese ordinarie che altrimenti sarebbero state per sempre sopperite da quella.)

Il Ministero inoltre prescriveva un’altra condizione alla società, ed è la proibizione di diminuire la fariffa senza Papprovazione del Governo, condizione contraria ai dommi della scienza economica, e alfatto inconcepibile quando si tratta di società, in cui Jo Stato non ha parte, nè vi sono altri interessi legittimi del pubblico che possano essere compromessi dall’abbassamento della tariffa, abbassamento che torna anzi a profitto del pubblico medesimo.

Certamente nella condizione in cui’ sono le finanze dello Stato, la vostra Commissione non può sapere malgrado al Governo se esso niegava la prima delle chieste concessioni. La Commissione non crede neppure doversi ulteriormente occupare della seconda e della terza, poiclè il rifiuto o la grave modificazione delle medesime non distolse la società dall’accettare il capitolato. Ma essa rivolse piú specialmente la sua attenzione alla condizione sovraccennata, per cui viene alla società proibito ogni abbassamento di tariffa sotto a quella