Belazione fatta alla Camera il 31 marzo 1855 dalla
Commissione composta dei deputati Martelli, Asproni,
Marco, Tola A., Cugia, Bottini, e Valerio, relatore.
Signori ! — Questa legge era da lungo tempo desiderata. La
Sardegna non chiede e non chiese mai se non il diritto comune
in questo come in tutto.
Inoltre, dopo la circolare del ministro Ponza di San Martino,
in virtù della quale i proprietari di fondi censiti venivano spogliati del diritto elettorale, di cui rimasero investiti coloro
che occupavano predii e stabili affittati, questa legge era divenuta una vera necessità. Più volte essa veniva invocata dalle
varie parti sedenti in Parlamento, e ben fece il ministro presentandola.
Nissuna meraviglia dunque se con rara unanimità i sette
uffizi della Camera davano ai loro commissari mandato di
accettarla.
Senonchè a sei, sopra sette uffizi, parve pericoloso e forse
anche ingiusto, tenuto conto delia condizione dell’istruzione
popolare nell’isola, di spogliare ad un tratto del diritto elettorale i cittadini analfabeti.
Ad essi parve che, qualora così si operasse, il corpo elettorale si troverebbe in Sardegna straordinariamente ridotto di
numero, e le elezioni, quelle specialmente dei luoghi campestri, poste in balìa di un piccolo numero di persone le quali,
facendo professione di scrivere, non hanno poi sempre tutte
le condizioni di pubblica moralità che all’alto uffizio, fatto
quasi monopolio e privilegio, si richiederebbero. Quindi il
commissario dell’ufficio 1 proponeva un emendamento, in
virtù del quale per dieci anni anche agli analfabeti sarebbe
conservato il diritto di eiezione.
Questa eccezione, accettata dal voto unanime delia Commissione, forma il primo alìnea dell’articolo sesto transitorio
che noi vi proponiamo come emendamento aggiuntivo.
Posta su questo terreno la discussione, i commissari degli uffici V e VI chiesero che agli elettori analfabeti, per diritto di censo registrati nelle prime liste elettorali le quali
in Sardegna si formeranno in virtù della presente legge, si
conservasse il diritto elettorale fino a! termine de’ loro giorni,
semprechè conservassero it censo. Ad essi, nati in Sardegna,
ed ai quali quindi le intime condizioni dell’isola sono notissime, pareva dannoso Io spogliare del diritto elettorale quei
possidenti i quali, sebbene analfabeti, sono spesso nei villaggi
la parte la più savia e la più onorata delia popolazione, perciò
solo che, giunti ad un’età avanzata, o non seppero o non poterono più imparare a leggere ed a scrivere.
Anche quest’aggiunta ottenne l’assenso unanime della Commissione, subordinato però all’accettazione del Ministero; e
poiché il Ministero consentiva alla prima ed alla seconda eccezione, essa forma il secondo alinea dell’emendamento aggiuntivo, di cui parlammo poc’anzi, e che troverete registrato come
articolo sesto transitorio.
Alla Commissione ed al vostro relatore tornò doloroso dovervi proporre un’aggiunta la quale ha l'apparenza di favorire
l’ignoranza, ma che è pur troppo una amara necessità. Essa
constata un crudele stato di cose di cui vi diremo poche parole.
Nel volume delle informazioni statistiche raccolte dalla
Commissione superiore, pubblicato ne! 1852, contenente il
censimento della popolazione per Tanno 1848, sta registrato
che in Sardegna sopra una popolazione di 547,112 anime, soli
25,383 maschi sanno leggeree scrivere; delie femmine sanno
leggere e scrivere 4238 soltanto, cosicché in complesso soltanto 27,621 sopra una popolazione che supera un mezzo milione hanno quelle elementari cognizioni che in altri paesi
sono retaggio di tutti.
Noi non indagheremo ora di chi sia la colpa. Questa disquisizione ci condurrebbe forse a scoprire piaghe troppo dolorose
e crudeli. Noi vi accennammo soìo queste cifre per dimostrarvi
la necessità della nostra aggiunta, e per invocare dal Governo
quei provvedimenti per cui si possa con ragione sperare che,
scorsi dieci anni, l’istruzione popolare in Sardegna abbia
talmente progredito per cui vi si possa costituire un corpo
elettorale pari a quello di terraferma.
Sappiamo che in Sardegna dal 1848 in poi qualche cosa ai
è fatto per ispandervi l’istruzione. Ma quello che si è fatto è
pochissimo, è oienie in proporzione dei bisogno, e pur troppo
talvolta si è fatto male. Noi invochiamo tutta l’opera del Ministero della pubblica istruzione in favore di questa santa impresa, e speriamo che le statistiche sarde che in avvenire si
stamperanno, offriranno al paese risanamenti più onorevoli
che non sono quelli enunciati più sópra, e quelli che stanno
registrati nella statistica della pubblica istruzione de! circondario cagliaritano pubblicata per lodevole cura dell’ispettore
Degioannis.
NelTintendimento di facilitare agli elettori l’accesso all’urna,
la Commissione, dopo udite le ragioni di persone capaci del
luogo ed esaminata la earta geografica dell’isola, ha modificato
la tabella dei collegi: 1° aggregando al collegio del castello
di Cagliari ia sezione mandamentale di San Pantaleo, detraendola dal collegio di Decimo, sì perchè si ristabiliva più equa
proporzione nel numero delle persone abitanti quei distretti,
come ancora perchè era più facile l’accesso a Cagliari ;
2° segregando il mandamento di Siniscola dal collegio di
Nuoro, per applicarlo al collegio non diremo di Bono ma
di Bitti, e compensando Nuoro col mandamento d’Orani.
La Commissione considerò che Orani dista da Nuoro due ore
e mezza a tre ore, senza che vi sia fiume che ingrossandosi
ne impedisca l’accesso in qualunque stagione; mentre da
Bono dista per lo meno cinque ore, e v’è il Tirso in mezzo
fiume il più grande dell’Isola.
Siniscola nel progetto del Governo era aggregato alla sezione di Dorgali ; e si vedeva che non era tenuto conto della
distanza che è anche maggiore che non a Nuore; vi sono inoltre in mezzo due fiumi, uno evitabile con laborioso cammino
per superarlo salendo la bocca di Locòli sotto monte Pizzinu,
l’altro inevitabile e dei più grandi dell’isola che è il Cedrino.
A Bitti per l’opposto è facile l’accesso in più breve tempo
senza valicar fiumi o torrenti pericolosi ; e siccome Bitti, borgo
cospicuo di circa tre mila abitanti e capoluogo di mandamento
sta fra il Goceano e Siniscola quasi centrale, cosi la Commissione stimò conveniente di destinarlo a capoluogo del collegio.
Alla sua sezione aggregammo i comuni di Osidda, Nuli, Benetutti, quantunque appartenenti a mandamento diverso, sì per
la vicinanza quasi uguale a Bono, come perchè gli elettori non
possano essere impediti dai fiume Tirso, inguadabile, quando
straripa, per mancanza di ponte.
Eccovi quindi la deliberazione che con voto unanime proponiamo alla vostra approvazione.
PROGETTO DI LEGGE.
Art. 1. Sono abrogate le disposizioni provvisorie per
l’isola di Sardegna portate dagli articoli 110, ili, 112,
113, 114 e 115 della legge 17 marzo 1848 (1); e sono
(1) Art. 110. Saranno elettori tutti coloro che hanno un’abitazione, la cui annua pigione si possa valutare a lire 400 per