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Fra queste strade sì comprendono n° 466 editisi tra grandi e piccoli, oltre ad una grande quantità di muri di sostegno, e fra i detti edifizi ei debbono distinguere :

1° I ponti in muro sul fiume di S. Greca, sui fiume Sa-Reali e sut fiume di Buttule ;

2° Quelli in legno sul rio Sessi, sul fiume grande a Bascus Argius e su! fiume di Mores. In quanto a valore poi, l’ammontare dei lavori suddetti, secondo il costo loro a termini di contratto, si presenta suddiviso così, cioè :

1° Lavori di ogni genere eseguiti dall’impresa L. 3,105,990 86

2° Spese di manutenzione dei tratti già ultimati da due anni. « 23,013 44

3° Indennità per l’occupazione dei terreni e demolizioni di case nelle traverse degli abitati» 299,280 48 Totale prezzo dei lavori . . . L. 3,428.284 77 Un tale complesso di lavori, che non pare debba essere trovato tanto inconcludente, venne eseguito in quattro campagne, o meglio in tre, giacché non è giusto di calcolare come lavoro di una intiera campagna quello fatto dal fine di gennaio al giugno 1861 ed intrapreso non appena dato l’appalto e prima che il contratto fosse definitivamente approvato. Per darne la prova basta il citare le date quali sono: 6 maggio 1860. Legge di approvazione. 20 luglio id. Istruzione ministeriale per Ja creazione dell’ispezione straordinaria. 26 settembre id. Capitolato per l’impresa generale dei lavori. 22 ottobre id. Istruzione per la redazione dei progetti. 12 novembre id. Giorno del deliberamento. II dicembre id. Regolamento provvisorio per il servizio tecnico. Id. id. Atto di sottomissione passato daìPimpresa Ma rsaglia. 31 gennaio 1851. Decreto di approvazione del contratto. Non è dunque che si abbia motivo di tacciare di lentezza il procedimento dell’amministrazione, la quale a fronte di un impegno tanto vasto e difficile potè nel giro di pochi mesi ordinare definitivamente i mezzi tutti per isvolgere con piena sicurezza un’opera di somma lena, in un paese eccezionale, sprovvisto di ogni arte e di ogni industria. Nei primi di gennaio 1881 gli appaltatori si trasportavano in Sardegna, e prima dello spirar del mese aprivano i lavori in tre distinte sezioni, l’una per la strada da Cagliari ad Iglesias., l’altra per quella da Torralba ad Ozieri, la terza per la linea da Mandas ad Isili. Mentre si spiegavano in quelle località tutti i mezzi dei quali si era in così breve tempo fatta raccolta, si praticavano le esplorazioni necessarie in ogni altra parte onde potere nella campagna successiva distenderà efficacemente il lavoro nelle altre sezioni designate dall’arausinistraiinne. Tentando la prova per riconoscere con quante forze potessero le popolazioni dell’isola contribuire all’opera, si accertava non essere sperabile di avere grande concorso di lavoratori sardi nei mesi d’inverno, giacché dal dicembre al marzo tutte le braccia sono assorbite nei lavori agricoli, ai quali uon basta l’attuale popolazione dell’isola. Nell’aprile poi e nel maggio, epoca in cui tacciono quasi intieramente i bisogni dell’agricoltura, stagione in cui il sardo non rifiuta dormire sul nudo suolo, e s'allontana senza esitanza dal proprio abituro, numeroso è lo stuolo di giornalieri che si prestano al lavoro, ed allora soltanto è concesso di trarre dal paese utile sussidio. Non poteva quindi la prima campagna essere considerata altrimenti che un esperimento, nè si potè realmente in quei pochi mesi far altro che abbozzare tre soli tronchi di strada, costruendo però lungo la linea d’Iglesias niolie opere d’arte, che furono poi nella seguente campagna condotte intieramente a termine. Sospesi i lavori al principiar di giugno, epoca in cui per la caldezza del clima diventa quel terreno argilloso indorilo a segno da non poter essere scavato coi mezzi ordinari, stagione in cui la mietitura chiama a sè tutte le braccia degli indigeni, e non concede agli estranei dimora sicura, furono poi ripresi nel dicembre delio stesso anno 1851, che segnò i! principio della seconda campagna. In questa, oltre al proseguire attivamente le linee già incominciate nella precedente campagna, si aprì il lavoro per la strada da Macomer a Nuoro, da Serri per Nurri al Flumendosa, da Tortoli a Lanusei, e da Oroset verso Nuoro, colia speranza di potere in ogni dove proseguire senza interruzione l’opera intrapresa. Non dissimulando le difficoltà di primo sta hi li mento in sito vergine per i Iavorieri, si teneva per certo che nelle nuove sezioni avessero i lavori a ricevere il pieno loro sviluppo nella successiva campagna, e cessando nel giugno 1882, siccome erasi fatto l’anno precedente, si preparavano i mezzi per abbreviare l’indugio, e per riprendere l’opera in novembre, lusingati dall’esito favorevole ottenuto in quella campagna. Nel novembre pertanto del 1852 lutti con animo fiducioso si portavano alla loro destinazione, mentre sventuratamente il clima, conservando la sua mala influenza, riusciva funesto e micidiale, mietendo fra gli uomini giunti colà dal continente un numero grandissimo di vittime, pochi lasciando intieramente incolumi. Le morti giunsero al iO per 100 di tutta la colonia ; il numero degli ammalati toccò il 50 per 100, talché alcune fra le sezioni, quelle specialmente di Orosei e di Tortoli, furono ridotte a tale estremo da rimanere quasi deserte, chè nessun uomo di quelli che furono dalie febbri risparmiati volle sostare in tanto sgomento d’animi ed in tanta desolazione. La terza campagna pertanto, malgrado che promettesse grandi risultati, fu chiusa nel giugno 1853 con poco frutto, e portò le più disastrose conseguenze, spargendo lo scoraggiamento, e sfiduciando sull'avvenire. Infatti l’apertura della quarta campagna fu ritardata sino al dicembre 1853, nè l’amministrazione che aveva vivamente stimolati gli appaltatori neli’anno precedente ebbe il coraggio di assumere su di sè la grave risponsabilita di compromettere la salute di tante persone, e di soggiacere poi ad un rallentamento di lavoro, mentre si aveva desiderio di spingerlo attivamente. Imparò essa per una dura esperienza essere pericoloso troppo lo andare incontro all’inclemenza di quel clima, ed essere perciò partito imprudente e rovinoso Io arrischiare il buon successo d’un’intiera campagna per guadagnare alcuni giorni di tempo utile, principiando lavori prima di essere ai sicuro d’ogni pericolo. La quarta campagna, principiata in dicembre 1883, terminò verso la metà de! giugno 1854. Questa è la storia del tempo finora impiegato nei lavori stradali della Sardegna, dei quali si accennò precedentemente la estensione ed il valore; onde poterne però apprezzare meglio l’utile impiego ed avere modo di paragonare l’entità dell’opera col tempo per essa consumato, affine di stabilire all’occorrenza un giusto confronto tra i lavori di Sardegna e quelli che si eseguiscono in terraferma, venne composto il quadro n° II, nel quale per ciascuna linea sono designate le giornate di lavoro utile e quelle perdute che si ebbero in