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sessione del 1853-54


les 85 kilomètres de voie ferrée evec de rente au pair, il paiera plus qu’auparavant, puisqu’il donnera le cinq pour cent de la dépense.

Mais de deux choses l’une, ou le Gouvernement remettra la ligne exécutée à une autre compagnie qui se chargera de la continuer aux mêmes conditions, et alors il n’y aura aucun sacrifice pour l’Etat, ou les circonstances du crédit ne lui permettront pas de trouver une autre compagnie, et alors l’Etat reste propriétaire, pour une rente de 780,000 francs, d’une ligne construite avec la plus grande économie et dont l’exploitation le dédommagera de ce sacrifice, soit par le produit des marchandises et des voyageurs, soit par les économies qu’il fera sur l’entretien des routes royales, les transports militaires, le transport des sels et du tabac et le transport postal.

D’ailleurs, un tel sacrifice ne pourrait pas être de longue durée. Examinons ce qui s’est passé en Europe depuis 1848 jusqu’à ce jour, et nous verrons que les fluctuations du crédit ont eu leur temps de panique et leur époque do faveur. L’Etat, devenu propriétaire incommutable et définitif du chemin de fer de St-Jean-de-Maurienne à Aix, libéré envers la compagnie Laffitte, affranchi de toute obligation, aura le moyen de choisir le moment propice pour arriver à l’achèvement de cette ligne par les meilleures voies.

Si l’expérience de la machine Grattoni et Sommeiller réussissait, comme on a lieu de l’espérer, toutes le difficultés, non seulement du tracé de St-Genix à Genève seraient résolues, mais encore celle bien plus grande du Mont-Cenis, et cette ligne continuée de Turin à Genève et à Lyon serait, sans contredit, une des plus productives de l’Europe.

Puisque le Parlement a voté l’année dernière la garantie d’intérêt au quatre et demi pour cent sur la ligne entière qui était évaluée à 52 millions et plus, serait-il rationnel de refuser le sacrifice éventuel du demi pour cent sur un capital réduit pour cette même ligne, au maximum, du quinze millions, et d’assumer toutes les conséquences politiques et économiques d’an semblable refus? La ligne de chemin de fer tendant à Lyon et à Genève est aussi vivement désirée en Piémont et en Ligurie qu’en Savoie; elle resserrera d’avantage les liens qui unissent toutes les parties du royaume dans un intérêt solidaire pour l’avenir et la prospérité de notre commune patrie.

Telles sont les considérations pour lesquelle le bureau central vous propose l’adoption pure et simple de la loi dont il s’agit.





Facoltà alla divisione amministrativa di Torino di eccedere nell’anno 1854 il limite ordinario della sua imposta.

Progetto di legge presentato alla Camera il 30 maggio 1854 dal ministro guardasigilli reggente il Ministero dell'interno (Rattazzi).

Signori! — I numerosi progetti che vi furono presentati nella presente Sessione, allo scopo di autorizzare le divisioni amministrative ad eccedere il limite ordinario della loro imposta, vi avranno fatto chiari essere oramai impossibile alla maggior parte di esse di far fronte alle loro spese coi ristretti mezzi consentiti col reale decreto del 12 ottobre 1848.

Nelle relazioni che accompagnavano i mentovati progetti di legge furono dal Ministero esposte ripetutamente le cause da cui deriva l’aumento che universalmente si palesa nelle spese divisionali: io mi asterrò quindi dal farne qui nuovamente parola, e mi limiterò ad accennare che le sole spese ordinarie della divisione di Torino, le quali furono ammesse nel bilancio per l’esercizio 1848 in lire 409,414 67, ammontano pei 1854, ivi comprese le aggiunte che vogliono esservi introdotte d’ufficio, a lire 637,366 66, sono cioè cresciute del 36 per cento circa.

Non è mestieri che io spenda parole per dimostrare come la divisione di Torino, le cui rendite patrimoniali non raggiungono la cifra annua di lire 15.000, si trovi nella assoluta impossibilità di provvedere ai suoi servizi coll’imposta di lire 600,000 che le è fissata dal citato decreto reale; avvegnaché le due sorgenti di rendita riunite non producono neppur tanto da coprire le spese ordinarie. A fronte di tanta evidenza, il Consiglio divisionale dovette indursi a chiedere la facoltà di potere ripartire nell’anno 1854 un’imposta comune alle tre provincie di lire 800,000: il Governo del Re però vi propone di accrescerla fino a lire 896,732 99 pei motivi seguenti.

È già da qualche anno che il Consiglio divisionale sostiene la tesi che il concorso delle provincie nelle spese degli ospizi dei trovatelli, ordinato dalle regie patenti del 15 settembre 1829, non debba ritenersi illimitato relativamente alla quotità, ma che debba pure arrestarsi ad una cifra che esso-fissava, non si sa a quale calcolo appoggiato, nella cifra di lire 133,000 annue. Il Ministero ha costantemente combattuto siffatta teoria come contraria allo spirito ed alla lettera della citata legge; nella speranza tuttavia che venissero col tempo a modificarsi le opinioni della rappresentanza divisionale, consentì a non accrescere d’uffizio il fondo che negli anni trascorsi venne bilanciato per questo servizio, salvo, ben inteso, a completare il concorso della divisione, mediante stanziamento fra le sue spese straordinarie della somma di cui sarebbe risultata debitrice verso i tre ospizi di Torino, Pinerolo e Susa, dietro l’assestamento dei loro conti annuali.

La fiducia del Ministero però falliva; nascevano anzi nuove difficoltà perchè imprendeva il Consiglio divisionale a sostenere l’altra tesi che la divisione non fosse tenuta a partecipare nelle spese in discorso oltre la somma ammessa annualmente nel suo bilancio, venendo così ad escludere la massima che il vocabolo bilancio sia sinonimo di conto presuntivo, le cui attività e passività sono soggette a realizzarsi nell’atto pratico in somma maggiore o minore di quella calcolata in origine.

Intanto i crediti dell’ospizio di Torino, crescendo d’anno in anno e rimanendo insoddisfatti, creavano imbarazzi tali alla sua amministrazione da indurla a dismettersi in massa se non veniva recato pronto rimedio alla lamentata deficienza di fondi. Ciò accadeva sul principio del 1855 e induceva il ministro dell’interno d’allora a proporre al Re la convocazione straordinaria del Consiglio divisionale onde avvisasse al modo di soddisfare, o contraendo un mutuo passivo, o votando un aumento dell’imposta, al debito arretrato, e dì integrare la spesa corrente in conformità delle risultanze dei bilanci degli ospizi per quell’esercizio.

La riunione ebbe luogo, ma quantunque sia stato posto sott’occhio dei convenuti, che il Governo nel ripartire il fondo che annualmente si stanzia nel bilancio del Ministero dell’interno per sussidiare gli ospizi degli esposti aveva assegnato per un quinquennio a quello di Torino, attese le eccezionali sue condizioni, una maggior somma di lire 20,000 annue, oltre alla quota proporzionale che gli spettava in ra-