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— 1753 —

documenti parlamentari


PROGETTO DI LEGGE.

Art. 1. La società, che in forza delle leggi 9 luglio 1850 e 8 maggio 1852 rimase concessionaria di una ferrovia da Torino a Savigliano ed a Cuneo è autorizzata a costrurre ed assumere a suo rischio e pericolo l’esercizio di un tronco di strada ferrata, che in diramazione da quella di Savigliano metta alla città di Saluzzo, da eseguirsi secondo il tracciato e profilo longitudinale di cui nel piano di massima 1° febbraio 1854 dell’ingegnere-capo Spurgazzi, contrassegnato Mancardi, e visato dal ministro dei lavori pubblici.

Art. 2. Identico al progetto del Ministero.


Relazione del ministro dei lavori pubblici (Paleocapa) febbraio 1855, con cui presenta al Senato il progetto di legge approvato dalla Camera nella tornata dell8 gennaio 1855.

Signori! — Il progetto di legge che ho l’onore di presentare alle vostre deliberazioni comprende la concessione alla società della strada ferrata da Torino a Cuneo di una diramazione da Savigliano a Saluzzo.

La relazione colla quale il sottoscritto accompagnava la produzione all’altra Camera di questa legge accenna alle cause per le quali il Ministero crederebbe non potersi rifiutare alla predetta società la invocata concessione senza mettersi in aperta contraddizione colle precedenti leggi del 9 luglio 1850 e del 5 maggio 1852, colle quali si ritenne fermo nella società di Cuneo l’obbligo impostole di stabilire a due binari il tronco da Torino a Savigliano, appunto per poter ricevere le diramazioni che si eseguissero dalla linea principale, fra le quali quella per Saluzzo è senz’altro la più importante. In quella relazione sono pure accennate le circostanze di fatto che si riferiscono alle pratiche instituite colla società di Cuneo onde convenire con essa la concessione di cui si tratta, senza ledere i diritti che per avventura credessero di elevare altre società debitamente e solidamente costituite pella domanda di concessione di una strada ferrata da Saluzzo a Torino per una diversa direzione. II sottoscritto si riferisce quindi a quella sua relazione per tutto quanto riguarda alle cause che lo determinavano a devenire a questa concessione, ed al fatto delle pratiche che precedettero l’inteso contratto.

Crede tuttavia di qui rinnovare l’osservazione già fatta, che il capitolato non contiene alcun onere per lo Stato, e che le poche facilitazioni accordate per l’introduzione dei ferri dall’estero non sono che una concessione simile a quelle già fatte alla stessa società colle predette leggi del 9 luglio 1850 e del 5 maggio 1852, conformi del resto ai benefizi accordati alle società delle altre strade ferrate già in esercizio od in corso di costruzione, ed approvate dal Parlamento. Se questa osservazione ha concorso ad ottenere nell’altra Camera un voto quasi unanime per l’approvazione della legge che ha l’onore di presentare, spera il Ministero che varrà a conseguire dal Senato una eguale sanzione, e frattanto fa istanza onde la discussione della medesima venga dichiarata d’urgenza, allo scopo di rendere quanto più presto sarà possibile esecutorio il contratto stipulato colla società di Cuneo, e potere quindi nelle attuali critiche circostanze annonarie e della stagione procurare col lavoro di questa ferrovia un mezzo di sussistenza ai numerosi braccianti delle località dove si dovranno principiare le opere.


Relazione fatta, al Senato il 3 febbraio 1855 dall’ufficio centrale composto dei senatori Audifreddi, Gonnet, Marioni, Di San Martino, e Regis, relatore.

Signori! — Chi getti lo sguardo sulla carta del Piemonte nella parte delle occidentali sue provincie, e vi osservi la linea poco meno che retta della ferrovia che intersecandone le belle, fertili e popolate pianure, si protende dalla capitale sin vicino al piè delle alpi che lo dividono dalla contea di Nizza; se fermisi a considerare il più importante scalo di detta linea, comechè situato a metà circa della totale sua lunghezza, qual è quello di Savigliano, scorgendo a breve distanza sorgere la città di Saluzzo, capoluogo della provincia, non può non corrergli tosto al pensiero, come la congiunzione di essa città col detto scalo per via di un breve tratto di strada ferrata sia ad evidenza suggerita da ogni maniera di considerazioni di locale non meno che di generale interesse.

Dicesi ad evidenza, e per motivi d’interesse generale Giocale, non tanto in ragione della breve distanza di circa soli 14 chilometri, in suolo quasi piano e non attraversato che da due torrenti, Macra e Varaita, che separano l’una dall’altra quelle due ragguardevoli città, quanto in riguardo alle sollecite ed economiche comunicazioni che un tronco di ferrovia aperto tra Saluzzo e Savigliano assicura fra il capoluogo della provincia ed alcuni de’ suoi più cospicui mandamenti dove hanno luogo mercati e fiere assai fiorenti. Simile tronco procura poi a Saluzzo ed a numerose località della provincia comode e pronte relazioni sì colla capitale e le provincie settentrionali dello Stato (le quali non tarderanno pure ad essere solcate da ferrovie) che colle provincie orientali, per la congiunzione nella stazione di Truffarello della ferrovia di Cuneo con quella che accenna a Genova. Infine lo stesso tronco agevola in altri punti le comunicazioni dirette per le provincie di Cuneo e di Mondovì ed oltre per Fossano, non meno che per quella d’Alba e la valle superiore del Tanaro, compiuta che sia la già intrapresa diramazione della linea di Cuneo da Cavallermaggiore a Bra.

Il concorso di tanti e sì cospicui positivi vantaggi, che sono l’immancabile e necessario portato di favorevoli naturali condizioni locali, e che assai difficilmente potrebbero incontrarsi altrove riuniti ad un tal grado, doveva certamente spingere al pensiero della costruzione di una tratta di ferrovia tra Savigliano e Saluzzo, massime dacché l’esperienza dell’esercizio della ferrovia da Torino a Savigliano non tardava a dimostrare la frequenza allo scalo di detta città delle provenienze saluzzesi; epperciò non è meraviglia se fin dall’anno 1852 sorgeva in Saluzzo, sotto gli auspicii di quel municipio, analogo progetto, che nel primo suo concetto tendeva a realizzarsi, anche con privati sacrifizi, con valersi del suolo stesso del tronco di strada carrettiera provinciale di recente formatasi tra le due città.

Che se a tale progetto non assentiva allora il Consiglio provinciale, non fu già in riguardo alla convenienza ed utilità dell’opera, ma trattenevanlo, oltre al riflesso che non fosse abbastanza matura la pratica, giusti motivi d’interesse della provincia per la conservazione della nuova strada carrettiera; consentiva però in massima nel pensiero della bramata formazione del tronco di ferrovia con altri mezzi, favorendone anche lo studio con un sussidio.

Intanto, e nel frattempo, maturavasi dal lato della società concessionaria della ferrovia da Torino a Cuneo la formazione per parte sua, ed a totali sue spese, rischio c pericolo,