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— 1752 —

documenti parlamentari


linee di strade ferrate, che pochi anni addietro appena si osavano desiderare. Cosi quando costruivasi con grande dispendio la strada da Torino a Genova, non prevedevasi che in tempo molto prossimo altra sarebbesi costrutta da Torino a Novara; e quando cominciavasi quella da Alessandria al lago Maggiore, non sembrava probabile che le sarebbe subito tenuto dietro quella da Valenza a Vercelli per Casale. Il rapido progresso fatto recentemente da quest’industria, come da altre molte, è senza dubbio effetto della libertà politica che procaccia sicurezza, e della libertà economica che eccita la concorrenza.

Non è qui il luogo d’investigare quale azione debba esercitare il Governo in questa bisogna delle strade ferrate. Forse egli ben fece dando l’impulso, tanto colla costruzione delle più difficili ed importanti fra esse, quanto con speciali favori concesse ad altre; forse ora esso deve bensì promuovere con indiretti vantaggi la costruzione di altre strade ferrate, ma astenersi da gravi sacrifizi; perchè quando quelle già costrutte, o che si stanno costruendo, avranno prodotto il loro effetto, promuovendo, come tutti i mezzi di comunicazione, l’agricoltura, l’industria ed il commercio, il prospero stato dei paese farà sentire il bisogno di ulteriori strade ferrate, le quali così basteranno a loro stesse, senza che si abbiano ad imporre gravi pesi al Governo.

Ma ripetiamo essere tale questione assolutamente estranea al nostro argomento, perchè la società della strada ferrata di Cuneo, la quale chiede le sia concessa facoltà di costrurne una che diramandosi dalla stazione di Savigliano metta a Saluzzo, non domanda al Governo nè sussidi di denaro, nè l’assicurazione di un minimum d’interesse, nè che esso s’incarichi dell’esercizio, nè alcuno di quei gravi sacrifizi i quali, mentre indicano essere l’impresa poco proficua, ci devono per lo meno mettere in forse se dobbiamo imporli alla nazione.

La società della ferrovia di Cuneo, proponendosi di costrurre breve tratto di strada sopra terreno piano, non intersecato che da due soli torrenti, di facile esercizio per chi già possiede tutto il materiale mobile per una strada di maggiore lunghezza, rimane contenta di quegli stessi patti che le sono stati accordati per la costruzione della strada dapprima da Truffarello a Savigliano colla legge 9 luglio 1850, e poscia da Savigliano a Cuneo colia legge 5 maggio 1852. Ora voi sapete che i principali e, direi, i soli vantaggi che il Governo abbia concesso per promuovere la costruzione di tale strada consistono in una notevole diminuzione delle tasse d’importazione sui regoli, sui guancialini e sulle macchine, e nella concessione alla società dell’uso, mediante tenue corrispettivo, della strada dello Stato da Truffarello a Torino e della stazione posta in quest’ultima città. Sarebbe veramente da desiderare che i favori fatti dai Governo alle strade ferrate fossero sempre stati così tenui, e che per l’avvenire sorgessero molte private società che di simili favori si contentassero.

Contemporaneamente a questo progetto di legge relativo alla strada da Savigliano a Saluzzo, altro presentavane il ministro dei lavori pubblici per la cessione dell’esercizio della strada di Cuneo all’amministrazione dello Stato per anni 30, mediante il corrispettivo del 80 per 100 del prodotto brutto. La Commissione crede che questi due progetti siano assolutamente indipendenti, di modo che qualunque sia l’esito del secondo, non tralascierà il primo di avere il suo effetto, appena sarà convertito in legge, giacché nei capitolato di concessione non avvi patto relativo all’esercizio.

Poco dopo che per impulso dato da benemeriti promotori erasi volta l’attenzione della provincia saluzzese alla strada cui si riferisce il progetto che esaminiamo, nacque l’idea di altra via ferrata, la quale partendo dalla stessa città di Saluzzo e passando per Villafranca, Vigono e Scalenghe, mettesse capo presso Airasca nella strada che da questa capitale accenna a Pinerolo. Questa strada, la quale metterebbe in più diretta comunicazione la città di Saluzzo e buona parte di quella provincia colla capitale, abbreviandosi il cammino di 11 chilometri, e la quale potrebbe col tempo essere prolungata sino alla strada tra Torino e Susa, costerebbe di più a cagione della maggiore lunghezza, la quale è di 32 chilometri, laddove quella tra Saluzzo e Savigliano non è che di 18, a cagione dei due ponti sul Po e sul Pollice, ed anche perchè trovandosi più vicina alle radici dei monti, percorrerebbe un terreno alquanto più accidentato. Ma la rendita di questa strada sarebbe anche maggiore, siccome quella che gioverebbe a più numerosa popolazione che l’altra di Savigliano.

Compiutisi gli studi della strada tra Airasca e Saluzzo dall’ingegnere Michela per incarico avutone dai comune di Saluzzo, dopo alcune trattative tra i promotori di essa, ed il signor Edoardo Pickering, costruttore delle strade ferrate di Savigliano e di Pinerolo, questi assumeva l’incarico di costrurre anche l’altra da Airasca a Saluzzo, mediante una sovvenzione di lire 380,000 a carico dei comuni interessati, e prometteva di chiedere all’uopo la necessaria autorizzazione dal Governo, col patto tuttavia che, costrutta la strada, il Governo ne assumesse l’esercizio, pagando ai proprietari di essa il 50 per 100 sulla rendita brutta.

Se la vostra Commissione ha creduto dovervi dar ragguaglio dello stato delle pratiche per la costruzione di una via ferrata tra Saluzzo ed Airasca, non lo fece sicuramente perchè questo progetto potesse avere azione sul voto che essa ha in animo di proporvi relativamente alla strada tra Saluzzo e Savigliano, perchè questi due progetti sono tra di loro assolutamente indipendenti, ed il secondo è intrinsecamente buono ed accettabile; ma lo fece unicamente perché, dovendo considerare sotto tutti i suoi aspetti il progetto di legge commesso a! suo esame, non poteva a meno di tener conto di un progetto di strada che, nato quasi contemporaneamente trovasi a fronte dell’altro e gli fa concorrenza.

Quando dal Ministero verrà presentato i! progetto di legge relativo alla strada tra Saluzzo ed Airasca, la Camera, esaminati tutti i documenti che lo correderanno, ne porterà quel giudizio che nella sua saviezza crederà opportuno. La Commissione crederebbe di eccedere il mandato se sin d’ora vi manifestasse il suo. Essa avvertirà unicamente che la costruzione della strada tra Saluzzo e Savigliano, lungi dal recare ostacolo, faciliterà anzi quella tra Saluzzo ed Airasca, che ne sarà come una continuazione, potendo entrambe riunite giovare alla comunicazione della provincia di Pinerolo con quelle di Cuneo, Mondovì ed Alba. E pel desiderio appunto di favorire la costruzione di tale strada, la Commissione crede opportuno d’invitare il Ministero di valersi della facoltà stipulata coll’articolo 3 della convenzione per la linea di Savigliano, facendo sì che la stazione di Saluzzo sia collocata in guisa che possa poi anche servire alla linea di Airasca, appunto del rimanente com’è indicato nel piano del 1° febbraio 1854.

Conchiudendo, la Commissione vi propone all’unanimità l’approvazione pura e semplice del progetto di legge commesso al di lei esame, il lieve emendamento dell’articolo 1 non riguardando che la dizione.