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da quella Commissione si può riassumere nei seguenti sommi capi : « Che siano affatto separate e distinte le scuole degli allievi destinati alle armi di fanteria e cavalleria da quelle che si vogliono istituire per le armi speciali, ritenendo questa in Torino e trasportando l’altra a un paese di provincia; « Che l’età d’ammissione sia più elevata di quel che è oggidì, e portata ai 17 anni per lo meno ; « Che si richiedano molte cognizioni perPammessione, affine di semplificare l'istruzione negli stabilimenti; n Che per essere ammessi al corso d’armi speciali si richiede nei giovani aspiranti d’aver fatto il terzo anno del corso di matematiche nell’Università di Torino; « Che si ammettano alle scuole anche i militari fino all’età di 22 anni se semplici soldati, e di 23 se sott’ufficiali; e che perciò siano accasermati e non rinchiusi e assoggettati tatti alle leggi penali militari ; « Stabiliva poi la durata dei corsi a tre anni tanto per la fanteria e cavalleria, quanto per le armi speciali; « Proponeva l’istituzione di pensioni gratuite a carico dello Stato da distribuirsi per via di concorso, salve alcune eccezioni ; « Fissava la pensione al valore delle competenze assegnate ai sott’ufficiali dell’esercito; • Ammetteva in massima la creazione di un Consiglio superiore d’istruzione militare separato dal Ministero e dal congresso permanente deila guerra; « Riteneva il collegio di Racconigi sulle stesse basi della sua primitiva istituzione, ma tolto l’obbiigo dell’arruolamento, e con ciò che l’istruzione fosse conforme a quella dei collegi nazionali, affinchè gli ailievi che nou volessero o non potessero intraprendere la carriera militare avessero mezzo di dedicarsi al commercio, o di seguire i corsi dell’Uaiversità. « Questa Commissione inoltre estendeva le sue proposte anche alle scuole reggimentali ed a quelle dì stato maggiore. » Nel ISSO fu dato incarico ad un’altra Commissione (1) di esaminare il progetto formolato dalia prima, e di emettere il suo parere sulì’ordinamento degli instituti militari. Essa ritenne le stesse massime adottate dalla prima Commissione, e le approvò con alcune modificazioni che non ne alteravano la sostanza e non variavano il sistema. Dopo queste due conformi opinioni, il Ministero consultò isolatamente altre persone intorno all’ideato riordinamento, e ognuna fece la sua proposta, ma esse erano alquanto discrepanti tra loro, secondo la diversa maniera di apprezzare le cose. Finalmente nel 1854 un’ultima Commissione (2), presieduta dallo stesso ministro, formolo il progetto che fu presentato alla Camera, e questa Commissione, convien dirlo, non tenne conto alcuno dei lavori e deile proposte delle due Commissioni precedenti, giacché adottò un sistema tutt’affatto opposto. Riferite le varie opinioni emesse fuori della Camera su questa grave questione di riforma, passerò ad esporre quel (1) Generale Collegno, generale Cosgato, generale Pastore, generaleCerruti, colonnelloPettinengo, maggiore Rocci, maggiore Prnnetti, maggiore Petitti, maggiore San Robert, maggiore Fontana, maggiore Fromis. (2) Generale La Marmora, ministro, generale Dabormida, colonnello Pettinengo, tenente colonnello Petitti, maggiore Porcino. cbe si fece dalla vostra Commissione, la quale assai poco si scostò dalle massime che informavano le proposte delle due Commissioni consultate dal Ministero. Si discusse preliminarmente se si dovesse ampliare la legge, estenderla cioè a tutti i rami d’istruzione ed educazione, come era il voto della Commissione ministeriale del 1849, come si credeva fosse il comune desiderio, e come pare avesse dovuto procedersi posto che si metteva mano a una riforma generale; ma, considerando che ciò forse ritarderebbe le riforme da tanti anni aspettate, la Commissione deliberò di accettare il partito di cominciare a ridurre una parte a miglior sistema, piuttosto che lasciar sussistere tutto nelle forme attuali, e che perciò i suoi studi dovessero limitarsi a quelli instituti di educazione ed istruzione ch’erano contemplati nel progetto sottoposto alla sua disamina, non ommettendo tuttavia di rendere avvertito ii Ministero, che altro ancora rimane a fare per compiere l’opera, ed eccitandolo con apposito articolo di legge a provvedere per una completa riforma. Si venne quindi a discutere se il principio che informa il progetto del Ministero si dovesse osservare, e su questo punto, dipendentemente dal mandato ricevuto dai rispettivi uffizi, la Commissione si trovò scissa in due campi : gli uni opinavano doversi ammettere il sistema del Ministero ed introdurvi soltanto modificazioni nelle disposizioni e nei vari articoli; gii altri invece ritenevano doversi anzi variare il sistema stesso, siccome non conducente allo scopo cui le riforme dovevano rivolgersi, nè conforme allo spirito dei tempi. Questi ultimi costituirono la maggioranza, epperciò premetterò che, ogniqualvolta nel corso della relazione dovrò accennare a opinione o deliberazione della Commissione, s’intenderà che riferisco l’espressione della maggioranza alla quale la minoranza dichiarò di non volere in modo alcuno assentire. Ho già accennato che il progetto dei Ministero non aveva altro scopo se non quello di ampliare l’Accademia coll’unirle il collegio militare di Racconigi. È vero che il Ministero propone un riordinamento separato dell’Accademia e del collegio ; ma.se si pon mente alle ragioni che ci adduce ne! ragionamento che precede il progetto di legge, è facile convincersi che i due instituti si confondono in un solo, comunque ne sia mascherato lo scopo, e che il secondo non è altro che una scuola preparatoria al primo. Questa proposta bisogna confessare che fu la causa principale dei dispareri insorti nella Commissione, e formò il più grave soggetto di discussione, perchè contiene appunto il fondamento del sistema ministeriale, dall’adozione o no del quale dipender doveva la conservazione o la variazione del progetto stesso di legge. La minoranza della Commissione, accettando le ragioni esposte dal ministro, ed alle medesime unicamente appoggiandosi, ammetteva la trasformazione del collegio di Racconigi in scuola preparatoria all’Accademia, a maggioranza invece ebbe per mandato di respingerla. Secondo la maggioranza, le ragioni che si allegano per famulare l’istituzione del collegio militare proposto dal Ministero non hanno fondamento tale da comprovarne l’utilità nè la necessità; esse si riducono a presuppórre che in questo collegio, ricevendosi gli alunni in tenera età, ed a preferenza i figli dei militari, acquistano essi non solo le abitudini e quei che dicesi spirito militare, ma anche l’amore alla vita militare; che, somministrando questo stabilimento maggior comodo di prepararsi a quelli che aspirano ad essere ammessi nell’Accademia, si avrà pure modo più facile di tenere a numero l’Accademia stessa ove si compiranno gli studi militari