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sessione del 1853-54

dell’inopportunità dello scioglimento della società concessionaria della strada della Savoia, non gli rimaneva più che di cercare il mezzo di porla in condizione d’intraprendere immediatamen te una parte almeno dell’assunta impresa, in modo da non pregiudicare od incagliare l’intero suo compimento; e ciò senza che in ogni peggiore evento fossero compromessi la sorte degli azionisti o gl’interessi delle finanze.

Questo scopo, dopo maturi studi e non poca difficoltà, noi crediamo averlo raggiunto colla convenzione firmata il 27 scorso aprile fra il ministro delle finanze e quello dei lavori pubblici da un lato, ed il signor Carlo Laffitte, presidente dei Consiglio d’amministrazione della società Vittorio Emanuele dall’altro; convenzione che fu approvata nelle forme dagli statuti sociali prescritte il 25 andante dallì'assembiea generale degli azionisti tenutasi in Parigi, e che ora veniamo a sottoporre alle vostre deliberazioni.

Con questo nuovo patto si viene in sostanza a stabilire che la compagnia possa per ora restringersi ad eseguire nel termine di due anni il tronco che dalle sponde del lago di Bourget si estende sino a San Giovanni di Moriana; che, ultimato questo, essa compagnia debba dichiarare se sia disposta a proseguire nell’assunta impresa, oppure se intenda rinunciare alla sua concessione. Nella prima ipotesi nulla rimane innovato al primitivo contratto, se non che le vengono concesse maggiori dilazioni per compiere alle sue obbligazioni; nella seconda poi, la società dovrà cedere il tronco costrutto col materiale necessario al suo esercizio, al prezzo di costo, con che però questo non ecceda in ogni e qualunque evento la somma di lire 15,000,000, e ricevendo in pagamento rendite dello Stato fruttanti il 5 per cento al pari.

Questa convenzione riesce vantaggiosa alla società; giacché, invece di lasciarla in un’inazione funesta, o di costringerla ad una liquidazione rovinosa, le somministra il mezzo d’impiegare utilmente i fondi raccolti nell’aspettativa di tempi più favorevoli alle grandi imprese industriali, e le assicura ad ogni peggior evento un ragionevole compenso per gli esposti capitali.

Ad onta quindi della crisi attuale possiamo andar sicuri che la società sarà in condizione di adempiere alle sue nuove obbligazioni; giacché è certo che gli azionisti anche i più timidi, posti nel bivio o di rinunciare alle 100 lire per azione già pagate, o di fare un nuovo versamento di 50 a 60 lire per ottenere cedole anche ad un prezzo più elevato del corso della piazza, sceglieranno questo ultimo partito.

Pel Governo poi la convenzione non è meno vantaggiosa; essa assicura al paese la pronta costruzione di un tronco di strada della lunghezza di 85 chilometri, che trovasi sulla continuazione della gran linea dello Stato che unisce già le Alpi al mare, e che, se si tien conto della navigazione del Rodano, non lascia più da Genova a Lione a percorrere coi mezzi ordinari, se non una distanza di 80 chilometri. Mantiene ordinata una società pronta ad approfittare del miglioramento delle condizioni economiche europee, che può indugiare più o meno, ma che fallire non può, per proseguire allora alacremente l’esecuzione della gran rete internazionale che unir ci deve alla Francia ed alla Svizzera occidentale, e nella peggiore ipotesi obbliga solo il Governo allo acquisto di una linea ferrata di 85 chilometri, per la somma di 15,000,000, o per dir meglio con un’annua rendita di 750,000 lire.

La pronta costruzione della linea da San Giovanni di Moriana ad Aix ed al lago di Bourget è per il paese cosa di sommo momento, e per la nostra ferrovia questione ben può dirsi vitale. Infatti, come già si accennava, essa è necessaria onde ottenere che le comunicazioni fra Lione e Genova, che è quanto dire fra l’Inghilterra, la Francia e l’Italia, riescano più pronte e più economiche attraverso le nostre contrade, che non seguendo la via del mare e delle strade ferrate francesi, anche dopo ultimata la linea da Lione a Marsiglia.

A rendere evidente la superiorità dei transito pei nostri Stati dopo l’attivazione del tronco da San Giovanni ad Aix, nel recarsi da Genova a Lione, varrà il seguente confronto fra il tempo da impiegarsi seguendo le sopra indicate due vie.

Tempo che s’impiegherà da Genova a Lione
pella via di terra.

Da Genova a Susa colla strada ferrata dello Stato Ore 6 1/2
Da Susa a San Giovanni con un servizio celere di vetture » 9
Da San Giovanni ad Aix colla strada ferrata da costruirsi » 2
Da Aix a Lione coi battelli a vapore » 6 1/2
Ore 24
Alle quali si aggiungono per perdita di tempo nel cambiare sistema di locomozione » 2
Totale Ore 26

Per la via di mare e le ferrovie francesi.

Da Genova a Marsiglia, co’ battelli a vapore in media Ore 24
Da Marsiglia a Lione, con le vie ferrate » 10
S’aggiunge perdita di tempo per ottenere libera pratica, sbarcare, ecc, » 5

Riassunto.

Tempo da impiegarsi da Genova a Lione.

Per la via di Marsiglia Ore 37
Per la via del Piemonte e della Savoia » 26
Economia di tempo che presenta la via del Pie monte e della Savoia Ore 11

L’economia da Lione a Genova sarà minore a motivo del maggior tempo che s’impiega nel risalire il Rodano, ma sarà tuttavia dalle 7 alle ore 8.

Non è possibile l’istituire esatto confronto fra le spese che cagionar dovranno questi due modi di comunicazione, atteso il continuo variare dei prezzo dei noli fra Genova e Marsiglia. Ma, stando a quanto si paga in media sui battelli a vapore di maggior portata, non vi ha dubbio che la linea terrestre riescirà più economica d’assai, specialmente pei viaggiatori di prima e seconda classe.

I benefizi poi che la Savoia ricavar deve da questo primo tronco di strada ferrata non sono lievi. Facilitate di molto le comunicazioni col Piemonte, saranno rese più frequenti, più pronte, men costose le relazioni dei Savoiardi colla capitale e colle altre provincie dello Stato. Scemato il prezzo di trasporto fra Ciamberì e Torino, crescerà del pari il commercio d’esportazione e quello di importazione fra la Savoia ed il Piemonte. Nè si creda che ciò sia cosa di poco momento, giacchè si è nelle provincie cisalpine che la Savoia sfoga i suoi principali prodotti agricoli e manufatti; ed è dal