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camera dei deputati — sessione del 1848



diritti ne esistevano pur anche nelle provincie di terraferma, anzi forse più atmpi ed in maggiore importanza che non fos- sera i diritti costituzionali della Sardegna. E chi non sa che nella Savoia 0 in varie parti del Piemonte gli antichi duchi erano tenuti di ragunare in certe epoche gli Stali Generali per imporre tributi e gravezze? Ma questo prezioso privilegio fu sprezzato, calpestato, distrutto con un solo atto di volontà, e d'un solo impeto de Emanuele Filiberto; edistrutto sì che mai più non risorse.

Diritti e privilegi erano pure statuiti dat ius-pubblico d'al- tre provincie che passarono di mano in mano sotto fo scettro dei duchi, e de’ re Sabaudi. Tal essere a.cagione d'esempio il Monferrato, tale la Provincia di Mondovi : e per venire a cose più recenti, il ducato di Genova non fu eglì posto dai Sultani raunati al congresso di Vienna con certe determinate condi- zioni sotto lo scettro Sabaudo? Condizioni concernenti le gra- vezze pubbliche, non meno che certe leggi che regget doveano quel ducato. Ma queste prerogative, questi privilegi non fu- rono dal regio Governo rispettati più di quello che l'aquilone rispetti ta polvere del deserto, Tutti furono violati, spiantati, e spenti senza alcuna opposizione. Tanto è vero che la balla ‘de’ nostri Re non conosceva, com'egli disse, e come ripele, né freno, nè limiti; ma simile ad un torrente sdegnoso di paro e di argini inondava, invadeva colla sua irruente pieva ogni cosa tutto all'intorno per quanto s'estendevano le fron- fiere della sua dominazione.

Avere pertanto e dello e provato che differenza di non vi era quanto alla sostanza de’diritti costituzionali tra i due paesi: affermare di più che non vera divario nemmeno quanto alle parole,

Diffatti se una specie di costituzione di puro nome aveva la Sardegna, non avea pur anco il Piemonte, non avevano i Pie- monlesi quelle egregie e stupende costituzioni del 1770, le quali (ammirata larghezza diliberlà e di guarentigie politichet) incominciavano da quell'importantissima e fondamentale legge organica (veneranda cerlamente e sacrosanta!) il cui titoto era il seguente : Dell'obbligo di soddisfare al precetto pasquale (arità ed applausi).

canvano eliminando la quistione se presentino mag- giore o minore confidenza i magistrati di Sardegna o quelli di terraferma, ricorda alla Camera doversi aver almono altret- tanta confidenza negli elettori, i quali ei crede che non sa- ranno per dare il loro voto a magistrati men degni di rappre- sentarli.

(Continua ancora la discussione fra Siotto, Sineo, Ravina, Cadorna, dopo di che passasi ai voli, e it cavalier Campora è proclamato membro dell'assemblea) (Cone.)

LO STESSO MELATORE propone alla Camera l'approva- zione della nomina del conte Corsi elelto di Nizradi Monferrato,

(È confermata).

IL -AELATONE DEL v UFFICIO propone l'approvazione dell'elezione dell'avv. Gambini.

(La Camera approva). — >

Riferisce intorno all'elezione dell'avv. Azuni fatta dal 1Col- legio di Oristano.

(Insorte contestazioni, fa Camera decide che sia sospesa e siano prese informazioni circa la sua qualità di Archivista con grado di Intendente).

Riferisce poscia sull'elezione det marchese Sauli a Deputato di Levanto come pure quella dell’avv. Dalmazzi, a deputato di Ponte Stura.

(La Camera dopo qualche discussione a proposito della prima, le approva).

Riferisce sulla nomina del cavaliere Crellin eletto da St-Jcan








de Maurienne e solleva la questione se i tre anni.di esercizio nella magistratora per indarre l'imamovibilità del magistrato” debbano essere senza interazione, oseppure anche discontinui bastino a ciò.

ALCUNE DEPUTATI pigliano la parola pro e contro.

un aLtmo DEFETATO fa osservare che la Camera non è più in numero per deliberare.

La sedula viene sospesa per un'ora (Alle ore 126 119)

(Ferd.)

ta PREMIDENTE riapre la seduta alle ore 3 1/8 pom.

zaceurmou» prende la parole per ricordare che poco prima l'avvocato Sineo avesse parlato di personaggi della ma- gistratura che avessero contro di loro l'odio del popolo. Cre- de doversi richiamare contro questa asserzione, di dover chie- dere una spiegazione a favore dei membri della magistratura Savolarda, anzi una ritrattazione, oppure una solenne disap- provarione dal canto della Camera, senza del che dichiara che egli con tutti i suoi colleghi della magistratura Savoiarda si dismelteranno immediatamente dalle loro cariche.

IL MINISTRO DI GMAZIA E GIUSTIZIA appoggia l'i- stanza del barone Jaequemoud assumendo di nuovo la difesa della magistratura.

win. Signori ! Ella è tamontevole dimostra in questo recinto. Ieri l’altro il signor ministro della giustizia teneva per offeso sè colla intiera magistratura per- chè ho manifestata l’opinione, che pur credo aver comune colla maggior parte dei miei concittadini, che molti membri della magistratura non offrano sufficienti guarentigie di capa»

cità e di attitudine. Oggi il sig. barone Jacquemoud intende che io abbia a dichiarare se ho voluto parlare de'suoi colleghi della Savoia quando ho accennafo a promozioni falte nell’or- dine giudiziario contro il voto ben pronunziato della pubblica opiaione, Se si cammina di questo passo quale sarà la liberlà della discussione? Bisogna che gli uomini di siato come gli altri si avrezzino finalmente a sentire veritàschiette e lalvolla dure. Gli è così soltanto che il Parlamento si mostrerà degno della nazione, la quale cercò appunto nella coslituzione il ler- mine di una misera servilità che infeltava il nostro paese, Egli è con la schiettezza e Ja lealtà di linguaggio che inspire- remo fiducia ai nostri fratelli delle altre provincie italiane, i quali dalla liberlà della nostra parola giudicheranno del pregio delle nostre intenzioni. ©

Ho diritto di stupire che il sig. guardasigili intenda dî di- fendere tutte le nomine che si sono fatte nell'ordine giudi- ziario nei 34 anni trascorsi, dal 24 maggio 1844 sino agli $ maggio 1848. Invano cercherebbe egli di persuadermi, dap- poichè ho troppo viva la memoria delle risposte che io rice- veva quando con quel franco procedere che fu sempre il mio costume, io rimproverava non rare volte ai ministri le fatali infelicità delle loro scelte, ed essi, stringendosi nelle spalle, ben chiaramente additavano ad una necessità estranea alle loro intenzioni, — Si cessi dunque dal venire a propugnar qui l’opera di allri-(empi, quella di ministri non responsabi che io non intendo altrimenti di ricordare salvo pel desideri che ho di lasciare amplissima ai ministri responsabili la fa- coltà dî far meglio dei loro predecessori.

In quanto al sig. Jacquemoud ed alla magistratura Savo- iarda non mi eredo tenuto di dar loro nessuna spiegazione che con lo stesso fondamento mi potrebbe venir del pari chia- mata dai membri dei Tribunali di caduna delle altre parli del Regno. Io non mi sono mai disdelto e non posso aver occa- sione di disdirmi perchè le mie parole sono sempre deltate da una profonda convinzione, dall’amore del vero e della