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tornata del 13 maggio 1848



come vorrebbero alcuni, ad un esperimento triennale per eliminare coloro che non avessero quelle virtà civili e quelle opinioni che fossero conformi ai tempi, prescindendo da ogni considerazione contro un tale spediente, io domanderei qual metodo si vorrebbe porre in opera.. Vorremo donque inau- gurare il regno della libertà e della legalità con indebite ed odiose imposizioni, col mettere a sindacato le coscienze altrui, cogli arbitri, col dar ‘occasione alle delazioni, agl’ intrighi con tutte le loro funeste sequéle? Vorremo noi senza alcua molivo grave e per qualche rara eccezione, che è quasi im- possibile evitare anche nel più savio ordinamento, meno- mare il rispelto, angi eccitare nelle nostre popolazioni la dif- fidenza verso un ordine rispettabilissimo di pubblici fanzio- narii? *

Dunque non solo le regole d’interpretazione, ma anche ri gioni politiche ostano all’opinione a cui mi oppongo lanto più risolutamente in quanto che la reputo contraria alle guaren- {igie del regime cestituzionale sancite dallo Statuto.

GuerIANETTI. Non è mio intendimento di trattenere lungamente la Camera. Conoseò troppo di mancare delle qua- lità (utte che raccomandano un oratore per non sapere che abbisogno di tutta la vostra indulgenza; cercherò pertanto di guadagnarmeta anche colla brevità del mio discorso, Cre- derei temerità entrare di nuovo nella quislione di diritto, quale cioè sia il modo di applicazione della legge conforme alla leltera ed allo spirito delia medesima. Mi limilerò soì- tanto a ribattere alcune perniciose conseguenze che dagli or tori, i quali mi precedettero a questa Uribuna; si vollero ri- conoscere inevilabili nel caso in cui la Camera pronunziasse P'esclusione per ora di tulti i Magistrali; conseguenze che io credo affatto esagerate; e che influendo sull’animo di atcuni potrebbero Grascinarli ad un voto che forse non è quello della foro coscienza.

In primo luogo si dipinse a vivi colori il danno che questa assembiea sentirebbe, qualora con quell’esclusione le si to- gliessero uomini insigni per ingegno, per dottrina, per caral- tere, per virtù che li raccomandano al suffragio dei loro con- cittadini. Signori, io non credo così grave questo Bregiudizio s fo reputo che in un altro elemento della Camera troveremo un bastevole compenso. Già da più giorni alcuni malcontenti non si stancano dal declamare e dal lagnarsi altamente a voce ed in igritto, che questa Camera rigufgili di persone del foro, di legisti, di curiali. Or bene per questo abbondante, e se- condo quegli uggiosi, strabocchevole numero di legisti, la Ca- mera può senza pericolo pronuaziare l'esclusione dei magi strati pendente il triennio dello Slatuto; perchè fra essi vi Banno molti, e tulli ti conoscono, che menarono la loro vita accanto alla magistratura, e che sono in grado di apporlarei quanto i primi i frutti di una bunga esperienza. Dirò di più se me? permettete. Il magistrato scorge lc cose da un luogo ele- valo; la dignità della sua carica non gli permelte di scendere a ricercare i bisogni, le circostanze, le condizioni deg? indi-

  • vidui e della società, che ne offre la somma complessiva. A}-

l'incontro il palrocinante onorato della fiducia de’ suoi concit- tadini è chiamato a porre la mano nelle più vive piaghe so- ciali; egli più di tutti può additarne il rimedio e concorrerne al ristoro.

Ma sia pure gravissimo per noi il danno che sentiremo dal vuoto cui lascierebbero nei nostri ranghi queg]’ illustri magi- strati. Eselusi dal nostro seno, essi tornerebbero alloro posto, al loro uffizio, al loro mandato, che di giorno in giorno riesce più difficile a fronte delia massima pubblicità nei dibattimenti giudiciali dalla libertà richiesta, e la privazione ed il sacrifizio necessario che not faremmo del loro concorso, frutterebbe al









paese l'immenso vantaggio di guarentire vieppiù l'esatta, la

Jeale, l'illuminata amministrazione della giustizia.

. Questi però non sono che gli argomenti di minor conto. 1) più grave, quello che può sgomentarne maggiormente l'animo si è il pericolo di sospendere col nostro voto Pinamovibilità dei giudici per untriennio, e d'intaccare per quel tempo lo Sta- tuto in quest'utilissima parte, che provvede alla indipendenza della magistratura. Se quesl'indipendenza fosse seriamente minacciala dal nostra voto, niuno di noi esiterebbe ad ab- braceiare opinione che la difende, che la sostiene. Ma è egli poi vero che la libertà ne' giudizi riposi su questa base? Che l'inamovibilità sia l’unico, îl più efficace mezzo d'assicurare l'indipendenza de' magistrati? No, o signori, il vero palladio sla nel sentimento pubblico, nella pubblica opinione, che non sarebbe mai per tollerare l'abuso det potere al segno di ri- muovere, di destituire un giudice, perché nel suo uffizio battè le vie d'una severa giustizia.

Quando tacesse per tre anni lo Statuto, vi sarebbe pur sem- pre a salvaguardia della libera: magistratura Pintiero paese; vi saremmo noi suoì rappresentanti, nè mancherebbe in que- sta assemblea una franca parola, fosse pure l'ultima, per pro- testare contro ta violenza del potere. Un ministro che si la- sciasse trascinare a quell'arbitrio, non potrebbe reggere di- nanzi alla pubblica disapprovazione; e la reintegrazione det giudice rimosso sarebbe il primo atto del suo successore. L' namovibilità che la Camera fosse per riconoscere anche per la magistratura nominata nel triennio anteriore allo Statuto, nor gioverebbe perlanto che ai giudici inetti, incapaci, o poco degni dell'alta missione loro affidata, qualora ve ne siano:

gli uomini illustri per dottrina, per ingegno, per fermezza, per indipendenza, non abbisognano di questo privilegio; essi eonfidano in noi, anzichè nell’arida parola della legge.

Più presto che al paese gioverebbe quella ricognizione di inamovibilità a chi tiene nelle mani il potere : poichè gli al levierebbe la grave abbligazione di apprezzare in questo spa- zio di tempo i meriti dei ma, , e di assegnare a ciascuno îl posto che gli si conviene; e quando noi muovessimo la- gnanze contro l’ineflitudine di un “giudice, il ministro del Re ci risponderebbe pur sempre : voi avefe pronunziata la ing- movibilità dei magistrati di cui io non sono concorso alla no- mina: voi m'avele imposta la leggo, io ne sono esecutore fe- dele ed imparziale. 5

Per evitare un danno che non havvi ragione di temere noi rinunzieremmo at diritto prezioso di un triennale esperimento, noi ci porremmo voloni nare in modo irrevoca] x

Le nostre considerazioni voglionsi pure portare all’avvenire.

Benchè siasi tentato di togliere alla questione la sua naturale importanza riducendola alle meschine proporzioni di un inte- resse personale, e trasportandola dal lerreno immobile dei principi sul mobilissimo dei falti, nessuno di not può dissi»

mularsene le rilevantissime conseguenze, Tutti siamo convinti che, una volta dichiarala 'inamovibilità dei giudici, noi siamo tenuti a difenderia a qualanque costo, contro qualunque at- tacco, Se pertanto în forza di avvenimenti che in questi tempi non sono infrequenti, nuovi ministri fossero da un giorno al- l’altro chiamati al potere, se essi, non credendosi vincolati dal nostro voto d’oggi, rimuovessero durante il triennio quai- che magistrato inviso al paese, ed inetto all’alta sua missione, che non possa invocare il triennio di funzioni giudiziarie, altra via a noi non rimarrebbe che di porre solennemente in accusa il Ministero, Ecco, o signori, la portata del voto che siamo per pronunziare ; sarem costretti un qualche giorno per tutela della nostra dignità ad accusare un ministero per avere ascol-