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camera dei deputati – sessione del 1848



Annunzia quindi che sarà sua cura vengano tra li sette Uffizi divisi i processi verbali d’elezione corredati dai documenti giustificativi, affinchè passino tosto alla verificazione dei poteri, soggiungendo che tale distribuzione seguirà in modo, che nissun Uffizio abbia a conoscere dell’elezione dei membri che lo compongono. Raccomanda agli Uffizi che nel procedere alla verificazione de’ poteri, si distinguano le elezioni contestate da quelle su cui non si elevò verun riclamo, onde a Camera possa senz’indugio pronunciare sulla validità delle prime dietro li rapporti che le saranno presentati. Dichiara quindi chiusa la seduta allo ore & circa.          (Verb.)


Ordine del giorno pel 9 maggio a mezzodi:


Seduta pubblica — Discussione sul numero dei Deputati richiesto a costituire li singoli Uffizi per la validità delle rispettive operazioni

La Camera si distribuisce quindi negli Uffizi per la verificazione dei poteri a norma del Capo V del Regolamento.

A 3 ore seduta pubblica.

Presentazione dei rapporti sulle elezioni verificate, e deliberazione sulle conclusioni dei medesimi.


TORNATA DEL 9 MAGGIO 1848


PRESIDENZA DELL’AVV. FRASCHINI DECANO D’ETÀ


SOMMARIO. — Numero legale dei Deputati richiesto per ta deliberazione degli Uffici — Parole di gratitudine al Re ed all’Esercito — Verificazione di poteri.

La Camera si raduna nella sua di sua residenza all’ora una pomeridiana.

IL PRESIDENTE dichiara aperta la seduta.

UNO DEI SEGRETARI dietro invito del Presidente, dà lettura del processo verbale della seduta antecedente.

UN DEPUTATO osserva essersi ommessa nel processo verbale la menzione della proposizione da lui fatta, che fosse data lettura del Regolamento e che immantinente sì passasse alla discussione del medesimo.

UN ALTRO DEPUTATO fa notare circa al modo da tenersi nella verificazione dei poteri, doversi distinguere li processi delle elezioni contestabili dalle non contestabili.

(Si dà atto di queste osservazioni, e ciò mediante rimane approvato il verbale).

IL PRESIDENTE dà lettura di tre lettere ricevute, due dal Ministero degli affari interni, una dell’8 contenente un verbale di nomina di un Deputato nel Collegio di Pieve, che il Presidente osserva doversi rimandare all’Ufficio delle elezioni; la seconda riflette la dimessione di Carlo Belli Deputato da mandarsi al Ministero degli affari interni per le opportune provvidenze; altra lettera che racchiude carte relative al 4.° Collegio di Biella da trasmettersi al relativo ufficio.

Presenta pure alla Camera uno scritto del conte Carlo Veggi in istampa in risposta allo scritto del signor Buffa da distribuirsi ai Deputati.

Apre quindi la discussione circa al numero dei membri necessari per le deliberazioni di ciascun ufficio.

ALCUNI DEPUTATI propongono che tal numero sia fissato alla metà almeno più uno; altri vorrebbero tal numero fissato solo a tre; taluni che non venga fissato numero di sorta, aggiungendo essere itdeterminarlo arbitrario e dannoso.


IL PRESIDENTE osserva che se avesse preveduta così importante la discussione avrebbe invitato gli a oratoria venire alla tribuna.

UNO DEI SEGRETARI legge il capo 8.° del Regolamento provvisorio relativo agli uffici e commissioni e propone che in conformità dei medesimo gli uffici si tengano costituiti quando interviene la metà più uno dei suoî membri, e dopo varie altre osservazioni la Camera approva tale proposizione per alzata e seduta.

IL PRESIDENTE invita i deputati secondo ordine del giorno a ritirarsi per la verificazione dei poteri, annunziando che le carte furono distribuite ai diversi uffici mediante estrazione a sorte, ed avverte che a nessuno dei membri di un ufficio toccherà l’esame delle carte riguardanti ad esso. La seduta viene sospesa e rimandata alle tre.

AL PRESIDENTE alle ore 3 3/4 dichiara ia seduta riaperta.

RACY presta il giuramento.

(La Camera ne dà atto).

VALERIO sale alla Iribuna e prende la parola in questi termini:

Nelle gravi circostanze in cui si trova il nostro paese, mentre sui piani lombardi freme la guerra, mentre a Roma, donde ci venivano tanti soccorsi morali, tanta fiducia per la felicità delta nostra cara patria, il Cielo già così sereno si addensa, mentre di là dalle Alpi si accalcano battaglioni di armati, mentre i nostri cuori sono commossi perchè le prodi nostre schiere videro cadere nelle loro file alcuni dei nostri prodi fratelli; mentre armata nostra impareggiabile combatte valorosamente, oserei dire prodigiosamente per la Guerra Santa, io