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44 x - dialogo sopra la nobiltà


sua prima ricchezza e insieme dalla sua prima virtú, se la modestia o la filosofia non la sostiene.

Nobile. Oimè! che in cotesta condizione io ho lasciato i miei figliuoli colassú; e tutto ciò per colpa...

Poeta. Egli non può piú parlare; la lingua gli s’è infracidita. Riposatevi, Eccellenza, sul vostro letame. La lingua de’ poeti è sempre l’ultima a guastarsi. Beato voi, se colassú aveste trovato uno sí coraggioso, che avesse ardito di trattarvi una sola volta da sciocco! Se io avessi a risuscitare, io per me, prima d’ogni altra cosa, desidererei d’esser uomo dabbene, in secondo luogo d’esser uomo sano, dipoi d’esser uomo d’ingegno, quindi d’esser uomo ricco, e finalmente, quando non mi restasse piú nulla a desiderare, e mi fosse pur forza di desiderare alcuna cosa, potrebbe darsi che, per istanchezza, io mi gettassi a desiderar d’esser uomo nobile, in quel senso che questa voce è accettata presso la moltitudine.