Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/42

36 x - dialogo sopra la nobiltà


meglio di me quali fossero i miei avoli ed onde cominciasse la mia nobiltá.

Poeta. E che? siete voi forse d’opinione che la vostra nobiltá avesse una volta cominciamento?

Nobile. Non tel niego.

Poeta. Essa dee adunque aver cominciato in alcuno de’ vostri antenati.

Nobile. Poh, il gran Salamone! Tu la indovinasti per lo appunto.

Poeta. Bene sta. Credete voi ora che colui de’ vostri antenati, da cui ebbe principio la vostra nobiltá, avesse mai padre?

Nobile. Tu ti pigli oggimai troppo giuoco di me. Che vuoi tu: ch’egli piovesse in terra da’ nuvoli?

Poeta. Rispondete: l’ebb’egli?

Nobile. Ei l’ebbe senz’alcun fallo.

Poeta. Pensate voi che cotesto padre fosse anch’egli nobile o no? M’udite voi?... Non rispondete?... Eh!... avete voi perduta la parola?... A quel ch’io veggo, voi vi trovate impacciato. Coraggio! dite...

Nobile. Se io non erro, il padre non potè altrimenti esser nobile, conciossiacché la nobiltá cominciasse nel figliuolo.

Poeta. Forz’è adunque ch’ei fosse ignobile, e che da un ignobile provenghiate voi con tutta la serie de’ famosi vostri antenati, così come da un ignobile son provenuti il fu vostro calzolaio, il fu vostro legnaiuolo e simile altra gentaglia.

Nobile. Io non posso negartelo. E non ci ha famiglia in Europa, per quanto nobilissima esser possa, che non si trovi nella medesima condizione che la mia. Ben ti dico che finora io non feci mai cotesta riflessione; e quasi quasi tu mi fai dubitare che questa nobiltá non sia po’ poi così gran cosa come questi miei pari la fanno: ma ciò, ti priego, si rimanga fra noi due.

Poeta. Rallegromene assai. Ben si vede che l’aria veritiera di questo nostro sepolcro comincia ora ad insinuarvisi ne’ polmoni, cacciandone quella che voi ci avevate recato di colassú.