Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/40

34 x - dialogo sopra la nobiltà


Poeta. Or bene, di che tempo credete voi che avesse cominciamento la vostra famiglia?

Nobile. Dal tempo di Carlo magno, cicala.

Poeta. Olá tu! fammi di cappello tu, scostati da me tu.

Nobile. Insolente! Che linguaggio tieni tu ora con me? Tu mi faresti po’ poi scappare la pazienza.

Poeta. Olá! scostati, ti dico io.

Nobile. E perché?

Poeta. Perché la mia famiglia è di gran lunga piú antica della tua.

Nobile. Taci lá, buffone: e da chi presumeresti però tu d’esser disceso?

Poeta. Da Adamo, vi dico io.

Nobile. Oh! io l’ho detto che tu ci avverresti bene a fare il buffone. Io comincio quasi ad aver piacere d’essermi qui teco incontrato. Suvvia, fammi adunque il catalogo de’ tuoi antenati.

Poeta. Eh! pensate: la vorrebb’esser la favola dell’uccellino, se io avessi ora a contare ogni cosa. Questi rospi, che ora ci rodono, non hanno mica tanta pazienza, sapete. Così fosse stato addentato il vostro primo ascendente dove ora uno di essi m’addenta, che voi non vi vantereste ora di così antica famiglia.

Nobile. Ispácciati: comincia prima da tuo padre, e va’ via salendo. Come chiamavasi egli?

Poeta. Il signor Giambattista, per servirvi.

Nobile. E il tuo nonno?

Poeta. Il mio nonno...

Nobile. Or di’.

Poeta. Zitto, aspettate ch’io lo rinvenga il mio nonno...

Nobile. Sbrigati, ti dico, in tua malora!

Poeta. Il mio nonno chiamavasi messer Guasparri.

Nobile. E il tuo bisavolo?

Poeta. Oh! questo affé ch’io non mel ricordo. Ricorderestevi voi i vostri?

Nobile. Se io me li ricordo? Or senti: Rolando il primo, da Rolando il primo Adolfo, da Adolfo Bertrando, da Bertrando