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28 x - dialogo sopra la nobiltà


Poeta. Oh, oh! sibbene, Eccellenza. Io ricordomi ancora di quella turba di gnatoni e di parassiti, che vi si affollavano intorno. Oh, quante ballerine, quanti buffoni, quanti mezzani! Diavolo! perché m’è egli toccato di scender quaggiú vosco? che altrimenti io gli avrei registrati tutti quanti nel vostro epitaffio.

Nobile. Olá! chiudi cotesta succida bocca, o io chiamo il mio lacchè e ti io bastonar di santa ragione.

Poeta. Di grazia, l’Eccellenza vostra non s’incomodi. Il vostro lacchè sta ora lá sopra con gli altri servi e co’ creditori facendo un panegirico de’ vostri meriti, che è tutt’altra cosa che l’orazione funebre di quel frate pagato da’ vostri figliuoli. Egli non vi darebbe orecchio, vedete, Eccellenza.

Nobile. Linguaccia! tu se’ tanto incallita nel dir male, che né manco i vermi ti possono rosicare.

Poeta. Che Dio vi dia ogni bene: ora voi parlate propriamente da vostro pari. Voi dite ch’io dico male, perché anco quaggiú séguito pure a darvi dell’«Eccellenza», eh? Quanto ho caro che voi siate morto! Ben si vede che questo era il punto in cui voi avevate a far giudizio. Or bene, io darovvi, con vostra buona pace, del «tu». Noi parremo per lo appunto due consoli romani, che si parlino la loro lingua. Povero «tu»! Tu se’ stato seppellito insieme colla gloria del Campidoglio: bisogna pur venire quaggiú chi ha caro di rivederti. O «tu», se’ pure la snella e disinvolta parola!

Nobile. Cospetto! se io non temessi di troppo avvilirmi teco, io non so chi mi tenesse dal batterti attraverso del ceffo questa trippa ch’ora m’esce dal bellico, che infradicia. Io dicoti che tu se’ una linguaccia, io.

Poeta. Di grazia, signore, fatelo, se il potete, ché voi non vi avvilirete punto. Questo è un luogo dove tutti riescono pari; e coloro, che davansi a credere tanto giganti sopra di noi colassú, una buona fiata che sien giunti qua, trovansi perfettamente agguagliati a noi altra canaglia : ned ecci altra differenza, se non che, chi piú grasso ci giugne, così anco piú vermi sel mangiano. Voi avete inoltre a sapere che quaggiú solamente stassi ricoverata la veritá. Quest’aria malinconica, che