Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/83


alcune poesie di ripano eupilino 77


     55Quell’io ch’uri tempo mi credei felice
sovr’ogni pescator che ’n onda peschi,
or sono a tal, colpa d’Amor, ch’io stimo
uom non esser in riva od in pendice,
cui peggio Amor colla sua pania inveschi
60dal principio del core infmo all’imo.

     Ove son iti que’ felici giorni,
quando soletto nella mia barchetta
le reti a’ pesci in sul mattin tendea,
senza ch’un labbro o due begli occhi adorni
65mi ferissero il cor d’aspra saetta?
Ben sciolto allora a mio piacer godea

     lieto cantando in su le rive amene,
e dolci balli colle ninfe bionde
e co’ leggiadri pescator tessendo
70al suon di corde e d’incerate avene.
Ma poiché Amore il suo velen m’infonde
fin dentro al seno, i’ vo sempre piangendo;

     sicch’io non spero di trovar riposo
perfin ch’i pesci di quest’onde fuori
75uscir non veggia, e gir volando intorno.
Poiché i begli occhi e ’l bel viso amoroso
piú non ri veggio, onde n’uscian splendori
che rendean da per tutto un chiaro giorno.

     Ben ebbe un cor di fiera tigre o d’orso
80colei ch’ai mondo quel bel lume tolse
che nel mio cor si dolce strai confisse.
Deh perché non correste in suo soccorso,
belle ninfe del mar? Perché non volse
Nettuno il ferro, e l’uccisor trafisse?