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pistola 69


poss’io trovar una buon’otta a scrivere.
Or ch’io son certo che perdoneretemi,
non occor ch’io mi fermi in altre chiacchiere,
ché giá fatta ho un’agliata arcigrandissima.
Ma gnaffe, messer no, tacer non voglio,
e, intanto che la Musa in testa frugami,
vo’ cicalar finché mi pare e piacemi,
poiché alla fine tanto se ne sa
a mangiarne uno spicchio quanto un aglio.
     Or dite, signor mio, come passatela?
Si va a spasso, si gode, o pur si studia?
Sopra i libri ci vien suso la polvere,
o si rompon leggendoli o si stracciano?
Ho inteso dire che l’Avvento prossimo
ha a toccare a voi a far le prediche.
Bravo bravo, studiate, affaticatevi,
e ’l sapere ch’avete in quel cocuzzolo
mettetelo in palese, dimostratelo,
e sgridate i villani, e convertiteli.
Ma l’ora è tarda, e ’l nostro messer Bagolo
m’aspetta presto a casa colla lettera.
Iddievidielbondie, signor Fantastico;
vi fo una sberrettata profondissima,
e vi bacio la mano dottorevole.