Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
44 | alcune poesie di ripano eupilino |
Non so di qual religion sien mai,
se turchi, ebrei, gentili o protestanti;
ma mi fo a creder che questi cotai
sien’affatto ateisti tutti quanti.
Oh che bestie, oh che bestie son, per Dio!
E’ voglion pur del sangue mio cibarsi,
e dicon ch’egli è lor quello ch’è mio.
Voi principi, cui dato a governarsi
fu’l mondo da messer Domeneddio,
son questi, questi i ladri da impiccarsi.
LXXII
Da un tal che pare una mummia d’Egitto
ma piú fiero dei draghi e i cocodrilli,
che va via per istrada ritto ritto
si che pare appuntato cogli spilli,
deh! guardatevi, o genti, che’l suo vitto
è di quel dei legati e de’ pupilli:
e non va poi neli’operar si dritto,
ma è pien d’invenzioni e di cavilli.
Ei non istima coscienza un’acca,
e pur ch’egli arricchisca la sua schiatta,
cerca render l’altrui povera e fiacca.
Ei mi s’appicca come una mignatta,
e dal mio sangue mai non si distacca,
s’io v’adropassi bugne d’una gatta.
Per me la cosa è fatta.
Se mai non viene un diavol che Io grappe
dirittamente in mezzo delle chiappe,
sicch’egli non iscappe,
e dar gli faccia un maladetto crollo,
finché si rompa un di l’osso del collo.