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nota 379


sul bell’arco de’ labbri aleggi e penda (6); v. 496: vago sbadiglio (1), non voluto sbadiglio (5, 6, 73 ); e v’ha (5, 6, 73); v. 497: felice studio (1); v. 498: e i simil (1, 5, 6, 73 ); v. 501: a cui sui labbri (1); v. 502: il vernacolo (1), risona (1, 5, 73 ); vv. 503-504: assai piú vaghe — de le galliche grazie (1, 5, 73 ), al latte avvezze — di piú gravi dottrine (6); v. 506: sembran chieder (1, 5, 6, 72); begli (73 ); v. 508: effemeride (1, 6); v. 510: Quei fra molti (5, 73 ); v. 511: sopra (5,6,73); v. 513: dopo de le sue mense i mss. 5 e 7 saltano al v. 518: de le sue mense. Altri severo espose — qual per l’appunto; invece 73 aggiunge:

     De le sue mense: qual solingo e cheto
modulando fra sé celesti note,
a i fermagli recenti, al non piú visto
dell’oriolo altrui ciondol sonante,
al felice tupè che un fronte ingombra,
gira dintorno; e va librando i semi
di fugaci pensier, di picciol onte,
di lievi compiacenze, onde poi nutra
il magnanimo petto. Un con inflesse
dita da un lato al suo vicin la guancia
preme furtivo ecc

. e cosí continua coi vv. 525-52S; poi, di inchiostro piú recente, reca ancora i vv. seguenti:

     E tu intanto, o signore, gli occhi alzando
e volgendo il bel capo in giro vai,
modulando fra te celesti note:
ed or qual suol fra gli odorati olivi

E qui il ras. resta interrotto. Il ms. 1 ha invece, al passo corrispondente, i seguenti versi:

     Ma come suol negli odorosi olivi
sciame d’api dorate al novo aprile
co’ zefiri volar di fiore in fiore;
cosí gli sguardi tuoi, signore, intanto
a i fermagli recenti, al non piú visto
dell’oriolo altrui ciondol sonante,
al felice tupè che un fronte adombra,
giran dintorno, e van librando i semi
di fugaci desir, di picciol onte,
di lievi compiacenze, onde tu poi
il generoso cor nudra e fomenti.

Osservo che Mazz. legge però libando e non librando.

v. 515: alfine (1); v. 518: apparve a gran convito (5); v. 519: e v’ha chi stupefatto (1); v. 520 manca in 1; v. 521: narra (1,5); v. 526: il pen-