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nota 373

che di penne diverse il capo avvolge (3, 4); v. 109: l’assale (2); v. 110: vezzose membra (2); v. 122: se Cortes e Pizzarro (2, 3, 4); v. 123: non istimâr (2); v. 126: giú da i grandi balzâro (3, 4), da i loro aviti (2); v. 131: la scelta bevanda (2), l’eletta bevanda (3, 4); v. 132: repente annunzi (2); v. 145: ahi (2), deh (3, 4): v. 146: del dí (3, 4), ahi (2), deh (3, 4), turbarli (2); v. 154: soffrire per indecenti (2); v. 155: quel salutar (3); v. 159: ma non attenda (2), non attenda però (3); v. 189: modera e guida (2), si fermi (2); v. 166: inchini ’l mento (3); v. 168: Non meno di costui (3); v. 169: t’accosta, o tu che insegni (2); v. 171: teneri canti, o tu che mostri altrui (2); v. 172: come agitar (2); v. 183: odio li sorga (3); in 3, dopo il v. 189, vi è un segno di richiamo, e a piè di pagina: misere labbra, che temprar non sanno — con le galliche grazie... e non altro; v. 192: o quegli o questi (3); v. 193: con piacevol motteggio; v. 201: fia che ritorni (3); v. 202: de’ vaghi palpitanti e de’ mariti (3); in 2 mancano i vv. 201-202, ma è lasciato in bianco lo spazio per scriverli; v. 203: tempo invece di pezzo (2); v. 210: doman poi ti fia dato, o l’altro forse (2); v. 212: se men ch’oggi di cure a te d’intorno (2); v. 213: portassi assedio (2), ozio daranno (3); in 2 ai vv. 216-217 sono sostituiti i vv. 230-238 della ed. 1763 con varianti: sí che breve lavor nove scienze — vale a stamparvi. Inoltre a voi fu dato — cose diverse non però turbate — o confuse giammai, ma scevre e chiare — ne le lor sedi ricovrarle in mente; v. 221: ire e tornar (2); v. 227: però che or te (3); v. 229: or dunque, voi (2); v. 235: quanto ferve lavoro! (2); v. 244: acque adorate (2); v. 255: Assai pensasti a te medesmo: or volgi (2); v. 261: Ahi di nozze non parlo (2); in 2 i vv. 269-271 sono ridotti a due; relegato ti giacci, oscuro fatto — e ignobil fabbro de la razza umana; v. 287: de’ begli spiriti il vostro amabil globo (2); v. 288: Non tu però (2); v. 307: stringea (2); v. 317: crebber l’ali ad Amore a poco a poco (2); in 2 seguono poi i sgg. versi, simili ai vv. 339-340 della ed. 1763: e la forza con essa, ed è la forza — anco sui numi a dominar maestra; v. 318: Egli a brev’aere prima, indi piú ardito (2); v. 332: che un laccio io strinsi (2); v. 335: impeci (2); v. 368: largo permette (2). A questo v. in 2 seguono altri tre versi corrispondenti ai vv. 293-295 della ed. 1763, solo colla variante nuove provincie all’ultimo verso; v. 369: Sperar giova cosí, tu intanto apprendi; v. 371: donasse per si diede (2); v. 378: dove teco aggio piú tosto (2); v. 382: L’ora è questa, o signor, che il fido servo (2); v. 383: de’ tuoi (2); v. 385: immagin grate (2); v. 387: al tornar l’ammirasti (2), sera tu l’ammirasti (3); v. 391: alte per ampie (2); v. 403: Potria (2); v. 404: sonni, correzione su un sogni scritto prima dal P.; v. 409: potria (2); v. 411: di contrari obbietti (2); v. 412: congiunti (2); v. 417: la rapita dal gioco (2); v. 419: vigilia preparar (2); v. 422: a questo arroge (2, 21); v. 423: a cui nel capo (2, 21); v. 426: abbian fatto gran cose; v. 431: rapirsi (2, 21). A questo verso in 2 seguono i vv. 455-459 della ed. 1763, che mancano in tutti gli altri mss.; v. 433: