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xviii - il messaggio 349


     25Ecco spiegarsi e l’omero
e le braccia orgogliose,
cui di rugiada nudrono
freschi ligustri e rose,
e il bruno sottilissimo
30crine che sovra lor volando va:
     e quasi molle cumulo
crescer di neve alpina
la man che ne le floride
dita lieve declina,
35cara de’ baci invidia
che riverenza contener poi sa.
     Ben puoi tu, novo illepido
sceso tra noi costume,
che vano ami dell’avide
40luci render l’acume,
altre involar delizie,
immenso intorno a lor volgendo vel
     ma non celar la grazia,
né il vezzo che circonda
45il volto, affatto simile
a quel de la gioconda
Ebe, che nobil premio
al magnanimo Alcide è data in ciel;
     né il guardo, che dissimula
50quanto in altrui prevale;
e vólto poi con súbito
impeto i cori assale,
qual parto sagittario
che piú certi fuggendo i colpi ottien
     55né i labbri, or dolce tumidi,
or dolce in sé ristretti,
a cui gelosi temono
gli Amori pargoletti
non omai tutto a suggere
60doni Venere madre il suo bel sen: