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342 le odi


suo ritroso favor giá non circonda;
ma con pubblica luce esce e ridonda
sopra gl’ingegni eletti,
destando ardor per le lodevol’opre
130che le genti e l’etá di gloria copre.
     Non va la mente mia lungi smarrita
co i versi lusinghieri;
ma per vari sentieri
dell’inclito Durili l’indole addita:
135e, come falco ordisce
larghi giri nel ciel, vólto a la preda;
tal, ben che vagabondo altri lo creda,
me il mio canto rapisce
a dir com’egli a me davanti egregio
140uditor tacque; ed al liceo diè pregio;
     quando, dall’alto disprezzando i rudi
tempi a cui tutto è vile
fuor che lucro servile,
solo de’ grandi entrar fu visto; e i nudi
145scanni repente cinse
de’ lucidi spiegati ostri sedendo;
e al giovane drappel, che a lui sorgendo
di bel pudor si tinse,
lene compagno ad ammirar sé diede;
150e grande a i detti miei acquistò fede.
     Onde osai seguitar del miserando
di Lábdaco nipote
le terribili note
e il duro fato e i casi atroci e il bando;
155quale all’attiche genti
giá il finse di colui l’altero carme
che la patria onorò trattando l’arme
e le tibie piagnenti;
e de le regie dal destiti converse
160sorti e dell’arte inclito esempio offerse.