25o sia che a me la fervida
niente ti mostri, quando
in divin modi e in vario
sermon, dissimulando,
versi d’ingegno copia 30e saper che lo ingegno almo nodri:
o sia quando spontaneo
lepor tu mesci a i detti;
e di gentile aculeo
altrui pungi e diletti, 35mal cauto da le insidie
che de’ tuoi vezzi la natura ordi.
Caro dolore, e specie
gradevol di spavento
è mirar finto in tavola 40e squallido e di lento
sangue rigato il giovane
che dal crudo cinghiale ucciso fu.
Ma sovra lui se pendere
la madre de gli Amori, 45cingendol con le rosee
braccia si vede, i cori
oh quanto allor si sentono
da giocondo tumulto agitar piú!
Certo maggior, ma simile 50fra le torbide scene
senso in me desta il pingermi
tue sembianze serene;
e all’atre idee contessere
i bei pregi, onde sol sci pari a te. 55Ben porteranno invidia
a’ miei novi piaceri
quant’altri a scorrer prendano
i volumi severi.
Che far, se amico genio
óo si amabil donatrice a lor non diè?