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324 | le odi |
25Amò de’ bei concenti
empier la tromba sua poscia la Fama,
tal che d’emula brama
arser per te le piú lodate genti
che Italia chiuda, o l’Alpe
30da noi rimova, o pur l’erculea Calpe.
E spesso a breve oblio
la da lui declinante in novo impero
il britanno severo
America lasciò: tanto il rapio,
35non avveduto a i tristi
casi, l’arguzia onde i tuoi modi ordisti.
O, se la tua dal mare
arte poi venne a popol piú faceto,
nel teatro inquieto
40tacquer le ardenti musicali gare;
e in te sol uno immoti
stetter de i cori e dell’orecchio i voti:
poi che da’ tuoi pensieri
mirabile di suoni ordin si schiuse,
45che per l’aria diffuse
non per anco al mortai noti piaceri;
o se tu amasti vanto
dare a i mobili plettri, o pure al canto.
Fra la scenica luce
50ben piú superbi strascinaron gli ostri
i preziosi mostri
che l’italo crudele ancor produce;
e le avare sirene
gravi a l’alme speráro impor catene;
55quando su le sonore
labbra di lor tuo nobil estro scese;
e novi accenti apprese
de le regali vergini al dolore,
o ne’ tragici affanni
60turbò di modulate ire i tiranni.