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322 le odi


     E la ricchezza imposta
indi con la tornante onda ritoglie;
e le lacere spoglie
ne gitta, e la scomposta
95mole a traverso dell’arida costa.
     Ahi, qual furore il mena
pur contra noi d’ogni avarizia schivi,
che sotto a i sacri ulivi
radendo quest’arena
100peschiam canuti con duo remi a pena!
     Alcon, che pili s’aspetta?
Ecco il turbine rio che omai n’è sopra.
Lascia che il flutto copra
la sdrucita barchetta,
105e noi nudi salvianci al sasso in vetta.
     O giovanetti, piante
ponete in terra; qui pomi inserite;
qui gli armenti nodrite
sotto a le leggi sante
110de la Natura in suo voler costante.
     Qui semplici a regnare;
qui gli utili prendete a ordir consigli;
né fidate de’ figli
la sorte, o de le care
115spose, a l’arbitrio del volubil mare.