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294 le odi


     55Fra le tenere membra orribil siede
tacito seme: e d’improvviso il desta
una furia funesta
de la stirpe de gli uomini flagello.
Urta al di dentro, e fiede
60con lievito mortale;
e la macchina frale
o al tutto abbatte, o le rapisce il bello,
quasi a statua d’eroe rivai scarpello.
     Tutti la furia indomita, vorace,
05tutti una volta assale a i piú verd’anni:
e le strida e gli affanni
da i tuguri conduce a’ regi tetti;
e con la man rapace
ne le tombe condensa
70prole d’uomini immensa.
Sfugge talun, è vero, a i guardi infetti;
ma palpitando peggior fato aspetti.
     Oh miseri! che vai di medic’arte,
né studi oprar, né farmachi, né mani?
75Tutti i sudor son vani
quando il morbo nemico è su la porta;
e vigor gli comparte
de la sorpresa salma
la non perfetta calma.
80Oh debil’arte, oh mal secura scorta
che il male attendi, e no ’! previeni accorta
     Giá non l’attende in Oriente il folto
popol che noi chiamiam barbaro e rude;
ma sagace delude
85il fiero inevitabile demóne.
Poi che il buon punto ha coito
onde il mostro conquida,
coraggioso lo sfida;
e lo astrigne ad usar ne la tenzone
90Tarmi che ottuse tra le man gli pone.