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iv - la educazione 289


Giá con medica mano
quel centauro ingegnoso
rendea feroce e sano
il suo alunno famoso;
65ma non men che a la salma
porgea vigore all’alma.
     A lui che gli sedea
sopra la irsuta schiena,
Chiron si rivolgea
70con la fronte serena,
tentando in su la lira
suon che virtude inspira.
     Scorrea con giovanile
man pel selvoso mento
75del precettor gentile;
e con l’orecchio intento,
d’Eácide la prole
bevea queste parole:
     — Garzon, nato al soccorso
80di Grecia, or ti rimembra
per che a la lotta e al corso
io t’educai le membra.
Che non può un’alma ardita
se in forti membri ha vita?
     85Ben sul robusto fianco
stai; ben stendi dell’arco
il nervo al lato manco,
onde, al segno ch’io marco,
va stridendo lo strale
90da la cocca fatale.
     Ma in van, se il resto oblio,
ti avrò possanza infuso.
Non sai qual contro a Dio
fe’ di sue forze abuso
95con temeraria fronte
chi monte impose a monte?