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II - la salubritá dell’aria | 281 |
25Péra colui che primo
a le triste, oziose
acque e al fetido limo
la mia cittade espose;
e per lucro ebbe a vile
30la salute civile.
Certo colui del fiume
di Stige ora s’impaccia
tra l’orribil bitume,
onde alzando la faccia
35bestemmia il fango e Tacque
che radunar gli piacque.
Mira dipinti in viso
di mortali pallori
entro al mal nato riso
40i languenti cultori;
e trema, o cittadino,
che a te il soffri vicino.
Io de’ miei colli ameni
nel bel clima innocente
45passerò i di sereni
tra la beata gente
che di fatiche onusta
è vegeta e robusta.
Qui con la mente sgombra,
50di pure linfe asterso,
sotto ad una frese’ombra
celebrerò col verso
i villan vispi e sciolti
sparsi per li ricolti;
55e i membri non mai stanchi
dietro al crescente pane;
e i baldanzosi fianchi
de le ardite villane;
e il bel volto giocondo
60fra il bruno e il rubicondo;