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iv - la notte 255


valorosa cosí come una madre
490di dieci eroi. V’ha in altra parte assiso
chi di lieti racconti ovver di fole
non ascoltate mai raro promette
a le dame trastullo; e ride e narra
e ride ancor, benché a le dame in tanto
495sovra l’arco de’ labbri aleggi e penda
insolente sbadiglio. Avvi chi altronde
con fortunato studio in novi sensi
le parole converte; o i simil suoni
pronto a colpir, divinamente scherza.
500Alto al genio di lui plaude il ventaglio
de le pingui matrone, a cui la voce
di vernacolo accento anco risponde;
ma le giovani madri al latte avvezze
di piú nuove dottrine, il sottil naso
505aggrizzan fastidite; e pur col guardo
chieder sembran pietade a i belli spirti
che lor siedono a lato; e a cui gran copia
d’erudita efemeride distilla
volatile scienza entro a la mente.
510Altri altrove pugnando audace innalza
sovra d’ognaltro il palafren ch’ei sale,
o il poeta o il cantor che lieti ei rende
de le sue mense. Altri dá vanto all’else
lucido e bello de la spada, ond’egli
515solo, e per casi non piú visti, al fine
fu dal piú dotto anglico artier fornito.
Altri grave nel volto ad altri espone
qual per l’appunto a gran convito apparve
ordin di cibi: ed altri stupefatto,
520con profondo pensier, con alte dita
conta di quanti tavolieri a punto
grande insolita veglia andò superba.
Un fra l’indice e il medio inflessi alquanto,
molle ridendo, al suo vicin la gota