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iii - il vespro 127


e con rara celeste melodia
60scende a gli orecchi de la dama e al core.
     Mentre cosí fra i generosi affetti
e le intese blandizie e i sensi arguti
e del cane e di sé la bella oblia
pochi momenti; tu di lei piú saggio
65usa del tempo: e a chiaro speglio innante
i bei membri ondeggiando alquanto libra
su le gracili gambe; e con la destra
molle verso il tuo sen piegata e mossa
scopri la gemma che i bei lini annoda;
70e in un di quelle ond’hai si grave il dito
l’invidiato folgorar cimenta:
poi le labbra componi; ad arte i guardi
tempra qual piú ti giova; e a te sorridi.
Al fin tu da te sciolto, ella dal cane,
75ambo al fin v’appressate. Ella da i lumi
spande sopra di te quanto a lei lascia
d’eccitata pietá l’amata belva;
e tu sopra di lei da gli occhi versi
quanto in te di piacer destò il tuo volto.
80Tal seguite ad amarvi: e insieme avvinti,
tu a lei sostegno, ella di te conforto,
itene omai de’ cari nodi vostri
grato dispetto a provocar nel mondo.
     Qual primiera sará che da gli amati
85voi sul vespro nascente alti palagi
fuor conduca, o signor, voglia leggiadra?
Fia la santa Amistá, non piú feroce
qual ne’ prischi eccitar tempi godea
l’un per l’altro a morir gli agresti eroi;
90ma placata e innocente al par di questi
onde la nostra etá sorge si chiara
tli Giove alti incrementi. Oh dopo i tardi
de lo specchio consigli e dopo i giochi,
dopo le mense, amabil dea, tu insegni