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225 il giorno


a’ tuoi comodi guida ed al tuo lusso;
tutti ignobili aspetti. Or colui veggia
25che da tutti servito a nullo serve.
     Pronto è il cocchio felice. Odo le rote,
odo i lieti corsier che all’alma sposa
e a te suo fido cavalier nodrisce
il placido marito. Indi la pompa
30affrettasi de’ servi; e quindi attende
con insigni berretti e argentee mazze
candida gioventú che al corso agogna
i moti espor de le vivaci membra:
e nell’audace cor forse presume
35a te rapir de la tua bella i voti.
     Che tardi omai? Non vedi tu com’elia
giá con morbide piume a i crin leggeri
la bionda che svaní polve rendette;
e con morbide piume in su la guancia
40fe’ piú vermiglie rifiorir che mai
le dall’aura predate amiche rose?
Or tu nato di lei ministro e duce
Passisti all’opra; e di novelli odori
la tabacchiera e i bei cristalli aurati
45con la perita mano a lei rintègra:
tu il ventaglio le scegli adatto al giorno;
e tenta poi fra le giocose dita
come agevole scorra. Oh qual con lieti
né ben celati a te guardi e sorrisi
50plaude la dama al tuo sagace tatto!
     Ecco ella sorge, e del partir dá cenno:
ma non senza sospetti e senza baci
a le vergini ancelle il cane affida,
al par de’ giochi, al par de’ cari figli,
55grave sua cura: e il misero dolente
mal tra le braccia contenuto e i petti
balza e guaisce in suon che al rude vulgo
ribrezzo porta di stridente lima;