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205 il giorno


525tremano, e in forse è la civil salute.
Ma no; piú grave a lui, piú preziosa
cura lo infiamma: — Oh depravato ingegno
degli artefici nostri! In van si spera
da la inerte lor man lavoro egregio,
530felice invenzion d’uom nobil degna.
Chi sa intrecciar, chi sa pulir fermaglio
a patrizio calzar? chi tesser drappo
soffribil tanto, che d’ornar presuma
i membri di signor che un lustro a pena
535conti di feudo? In van s’adopra e stanca
chi la lor mente sonnolenta e crassa
cerca destar. Di lá dall’Alpi è d’uopo
appellar l’eleganza. E chi giammai
fuor che il genio di Francia osato avria
540su i menomi lavori i grechi ornati
condur felicemente? Andò romito
il Bongusto finora spaziando
per le auguste cornici, e per gli eccelsi
timpani de le moli a i numi sacre
545o a gli uomini scettrati; ed or ne scende
vago al fin d’agitar gli austeri fregi
entro a le man di cavalieri e dame.
Ben tosto si vedrá strascinar anco
fra i nuziali doni e i lievi veli
530le greche travi; e docile trastullo
fien de la Moda le colonne e gli archi
ove sedeano i secoli canuti.
— Commercio! — alto gridar, gridar: — commercio! —
all’altro lato de la mensa or odi
555con fanatica voce: e tra il fragore
d’un peregrino d’eloquenza fiume,
di bella novitá stampate al conio
le forme apprendi, onde assai meglio poi
brillantati i pensier picchili lo spirto.
560Tu pur grida: — Commercio! —; e un motto ancora