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poesie serie | 13 |
XVI
— Questo biondo covon di bica or tolto,
penda innanzi al tu’ altar, santa Vacuna:
poiché felicemente oggi raccolto
dal campo abbiam le spighe ad una ad una.
Ecco che noi giacciam col sen disciolto,
or che s’alza la notte umida e bruna:
tu ’l sudore ne tergi, e intorno al volto
colla dolce quiete i sogni aduna. —
Tai cose i mietitor, da le fatiche
del di tornati, poiché ’l sol cadea,
dicevano sdraiati in su le biche:
e intanto il bue, che ’l di trainato avea,
in disparte pascevasi di spiche,
e lo stanco drappel non v’attendea.
XVII
Poiché ciascun vendemmiator si sente,
mentre toglie alla vite i pondi suoi,
tra gli scherzi e le risa, inni altamente
cantare al domator de’ liti eoi,
togli, Graspin, la cesta ed il tagliente
picciolo ferro adunco, e andiam pur noi
tra le viti colá; ma tieni a mente
di non tanto mangiar, se ber tu vuoi.
Vedi come quel tralcio il palo fasci?
Quivi con Filli a sgrappolar ti metti,
dove l’uva mi par legata a fasci.
Ma non far poi che si colei t’alletti
co’ cenni e col gracchiar, che tu ne lasci
sotto l’avare frasche i grappoletti.