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i - il mattino 181


e per entro l’invidia e lo stupore
passerai de’ tuoi pari, eguale a un dio,
855folto bisbiglio sollevando intorno.
     Figlie della Memoria, inclite suore,
che invocate scendendo i feri nomi
de le squadre diverse e de gli eroi
annoveraste a i grandi che cantaro
860Achille, Enea e il non minor Buglione,
or m’è d’uopo di voi. Tropp’ardua impresa,
e insuperabil senza vostr’aita,
fia ricordare al mio signor di quanti
leggiadri arnesi graverá sue vesti
865pria che di sé nel mondo esca a far pompa.
     Ma qual di tanti e si leggiadri arnesi
si felice sará che innanzi a gli altri,
signor, venga a formar tua nobil soma?
Tutti importati del pari. Ecco l’astuccio
870di pelli rilucenti ornato e d’oro
sdegnar la turba, e gli occhi tuoi primiero
occupar di sua mole. Esso a cent’usi
opportuno si vanta, e ad esso in grembo
atta a gli orecchi, a i denti, a i peli, all’ugne
875vien forbita famiglia. A i primi onori
seco s’affretta d’odorifer’onda
pieno cristal, che a la tua vita in forse
doni conforto allor che il vulgo ardisca
troppo accosto vibrar da la vii salma
880fastidiosi effluvi a le tue nari.
Xé men pronto di quello e all’uopo stesso
l’imitante un cuscin purpureo drappo
reca turgido il sen d’erbe odorate,
che l’aprica montagna in tuo favore
8S5 al possente meriggio educa e scalda.
Ecco vien poi da cristallina rupe
tolto nobil vasello. Indi traluce
prezioso confetto, ove a gli aromi