tra le spighe confuso il crin dorato:
Bacco e Vertunno i lieti poggi intorno
ne coronan di poma: e Pale amica 675latte ne preme a larga mano, e tonde
candidi velli, e per li prati pasce
mille al palato uman vittime sacre:
cresce fecondo il lin, soave cura
del verno rusticale; e d’infinita 680serie ne cinge le campagne il tanto
per la morte di Tisbe arbor famoso.
Che vale or ciò? Su le natie lor balze
rodan le capre: ruminando il bue
lungo i prati natii vada; e la plebe, 685non dissimile a lor, si nutra e vesta
de le fatiche sue; ma a le grand’al me,
di troppo agevol ben schife, Cillenio
il comodo presenti a cui le miglia
pregio acquistino e l’oro: e d’ogn’intorno: 690commercio, risonar s’oda, commercio.
Tale dai letti de la molle rosa
Sibari ancor gridar soleva; i lumi
disdegnando volgea dai campi aviti,
troppo per lei ignobil cura; e mentre 695Cartagin, dura a le fatiche, e Tiro,
pericolando per l’immenso sale,
con l’oro altrui le voluttá cambiava,
Sibari si volgea sull’altro lato;
e non premute ancor rose cercando, 700pur di commercio novellava e d’arti,
Né senza i miei precetti e senza scorta
inerudito andrai, signor, qualora
il perverso destin dal fianco amato
t’allontani a la mensa. Avvien sovente, 705che un grande illustre or l’Alpi, or l’oceano
varca e scende in Ausonia, orribil ceffo
per natura o per arte, a cui Ciprigna