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138 la prima forma del giorno


600su l’orecchio ondeggianti; e, ad ogni scossa,
de’ convitati a le narici manda
vezzoso nembo d’arabi profumi.
Allo spirto di lui l’alma Natura
fu prodiga cosí, che piú non seppe
605di che il volto abbellirgli; e all’Arte disse:
— Compisci il mio lavoro; — e l’Arte suda
sollecita d’intorno all’opra illustre.
Molli tinture, preziose linfe,
polvi, pastiglie, dilicati unguenti,
610tutto arrischia per lui. Quanto di novo
e mostruoso piú sa tesser spola,
o bulino intagliar francese ecl anglo,
a lui primo concede. Oh lui beato
che primo può di non piú viste forme
615tabacchiera mostrar! L’etica invidia
i grandi, eguali a lui, lacera e mangia;
ed ei, pago di sé, superbamente
crudo fa loro balenar su gli occhi
l’ultima gloria onde Parigi ornollo.
620Forse altera cosí, d’Egitto in faccia,
vaga prole di Semele, apparisti,
i giocondi rubini alto levando
del grappolo primiero: c tal tu forse,
tessalico garzon, mostrasti a Jolco
625Lauree lane rapite al fero drago.
     Vedi, o signor, quanto magnanim’ira
nell’eroe che vicino all’altro siede
a quel novo spettacolo si desta:
vedi come s’affanna, e sembra il cibo
630obliar declamando! Al certo, al certo.
il nemico è a le porte: ohimè! i Penati
tremano, e in forse è la ci vii salute.
Ah no; piú grave a lui, piú preziosa
cura lo infiamma: — O depravati ingegni
635degli artefici nostri! In van si spera