Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/118

la furibonda destra in un momento:
né disdegnar con le sanguigne dita
di ripulire et ordinar quel nodo
onde l’elsa è superba: industre studio
820è di candida mano; al mio signore
dianzi donollo, e gliel appese al brando,
la pudica d’altrui sposa a lui cara.
Tal del famoso Arti! vide la corte
le infiammate d’amor donzelle ardite
825ornar di piume e di purpuree fasce
i fatati guerrieri, onde piú ardenti
gisser poi questi ad incontrar periglio
in selve orrende tra i giganti e i mostri.
Figlie de la Memoria, inclite suore,
830che invocate scendeste, e i feri nomi
de le squadre diverse e de gli eroi
annoveraste ai grandi che cantaro
Achille, Enea, e il non minor Buglione,
or m’è d’uopo di voi: tropp’ardua impresa,
835e insuperabil senza vostr’aita,
fia ricordare al mio signor di quanti
leggiadri arnesi graverá sue vesti
pria che di sé medestno esca a far pompa.
Ma qual tra tanti e si leggiadri arnesi
840si felice sará, che pria d’ogn’altro,
signor, venga a formar tua nobil soma?
Tutti importan del par. Veggo l’astuccio,
di pelle rilucente ornato e d’oro,
sdegnar la turba, e gli occhi tuoi primiero
845occupar di sua mole: esso a mill’uopi
opportuno si vanta, e in grembo a lui,
atta agli orecchi, ai denti, ai peli, all’ugne,
vien forbita famiglia. A lui contende
i primi onori d’odorifer’onda
850colmo cristal, che a la tua vita in forse
rechi soccorso, allor che il vulgo ardisce