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780animoso ti avventa. Oh bravo! oh forte!
Tale il grand’avo tuo tra ’l fumo e ’l foco
orribile di Marte, furiando
gittossi allor che i palpitanti lari
de la patria difese, e ruppe e in fuga
785mise l’oste feroce. Ei non pertanto,
fuliginoso il volto e d’atro sangue
asperso e di sudore, e co’ capegli
stracciati ed irti, da la mischia uscio,
spettacol fero a’ cittadini istessi
790per sua man salvi; ove tu, assai piú dolce
e leggiadro a vedersi, in bianca spoglia
uscirai quindi a poco a bear gli occhi
de la cara tua patria, a cui dell’avo
il forte braccio e il viso almo, celeste
795del nipote dovean portar salute.
Ella ti attende impaziente, e mille
anni le sembra il tuo tardar poc’ore.
È tempo omai che i tuoi valletti al dorso
con lieve man ti adattino le vesti
800cui la Moda e ’l Buongusto in su la Senna
t’abbian tessute a gara, e qui cucite
abbia ricco sartor, che in su lo scudo
mostri intrecciato a forbici eleganti
il titolo di Monsieur. Non sol dia leggi
805a la materia la stagion diverse;
ma sien, qual si conviene al giorno e all’ora,
sempre vari il lavoro e la ricchezza.
Fero genio di Marte, a guardar posto
de la stirpe de’ numi il caro fianco,
810tu al mio giovane eroe la spada or cingi;
lieve e corta non giá, ma, qual richiede
la stagion bellicosa, al suol cadente,
e di triplice taglio armata e d’elsa
immane. Quanto esser può mai sublime
815l’annoda pure, onde l’impugni all’uopo