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e tenti aprir col tuo felice raggio
la gotica caligine che annosa
siede su gli occhi a le misere genti?
Cosi non mai ti venga estranea cura
640questi a troncar si preziosi istanti
in cui, non meno de la docil chioma,
coltivi ed orni il penetrante ingegno.
Non pertanto avverrá, che tu sospenda
quindi a pochi momenti i cari studi,
645e che ad altro ti volga. A te quest’ora
condurrá il merciaiuol che in patria or torna,
pronto inventor di lusinghiere fole,
e liberal di forestieri nomi
a merci che non mai varcáro i monti.
650Tu a lui credi ogni detto: e chi vuoi ch’osi
unqua mentire ad un tuo pari in faccia?
Ei fia che venda, se a te piace, o cambi
mille fregi e gioielli a cui la moda
di viver concedette un giorno intero
655tra le folte d’inezie illustri tasche.
Poi lieto se n’andrá, con l’una mano
pesante di molt’oro; e in cor gioiendo,
spregerá le bestemmie imprecataci
e il gittato lavoro e i vani passi
660del calzolar diserto e del drappiere;
e dirá lor: — Ben degna pena avete,
o troppo ancor religiosi servi
de la Necessitade, antiqua, è vero,
madre e donna dell’arti, or nondimeno
605fatta cenciosa e vile. Al suo possente
amabil vincitor v’era assai meglio,
o miseri, ubbidire. Il Lusso, il Lusso
oggi sol puote dal ferace corno
versar su Parti a lui vassalle applausi
670e non contesi mai premi e dovizie. —
L’ora fia questa ancor che a te conduca