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le tue cure per poco ad altro obbietto
non indegno di te. Sai che compagna,
con cui divider possa il lungo peso
di quest’ inerte vita, il ciel destina
280al giovane signore. Impallidisci?
No, non parlo di nozze: antiquo e vieto
dottor sarei, se cosi folle io dessi
a te consiglio. Di tant’alte doti
tu non orni cosi lo spirto e i membri,
285perché in mezzo a la tua nobil carriera
sospender debbi ’l corso, e fu ora uscendo
di cotesto a ragion detto «bel mondo»,
in tra i severi di famiglia padri
relegato ti giacci, a un nodo avvinto
290di giorno in giorno piú penoso, e fatto
stallone ignobil de la razza umana.
D’altra parte, il marito ahi quanto spiace,
e lo stomaco move ai dilicati
del vostr’orbe leggiadro abitatori,
295qualor de’ semplicetti avoli nostri
portar osa in ridicolo trionfo
la rimbambita Fe’, la Pudicizia,
severi nomi ! E qual non suole a forza
in que’ melati seni eccitar bile,
300quando i calcoli vili del castaido,
le vendemmie, i ricolti, i pedagoghi
di que’ si dolci suoi bambini, altrui
gongolando ricorda; e non vergogna
di mischiar cotai fole a peregrini
305subbietti, a nuove del dir forme, a sciolti
da volgar fren concetti, onde s’avviva
da’ begli spirti il vostro amabil globo!
Pera dunque chi a te nozze consiglia.
Ma non però senza compagna andrai,
310che fia giovane dama e d’altrui sposa;
poiché si vuole inviolabil rito