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verrebbe in braccio, ogni volta che egli volesse nascondersi in una arca per due ore, percioché in altro luogo non poteva il negromante constringer costei, per esser lei nasciuta di sabbato. Il vecchio, che ardeva di buona fiamma e che a un soffio solo sarebbe ito alle stelle, ogni cosa credette e ogni cosa promise di fare che da lui gli fosse comandata. Per che, fattosi Scaltro dare due scuti, i quai finse volere per arra dare al negromante, pose ordine fermo per la seguente notte, e promise che cosi a quel tempo il negromante farebbe come gli aveva detto. Venuto l’altro giorno, il malizioso servo a meza ora di notte il padrone vivo sepelli nell’arca, dove essere la testa del morto aveva dato a credere a maestro Nebbia; e, avendogli prima detto che la eortegiana verrebbe vestita poveramente per non esser conosciuta, e avisatolo che, subito ch’ella il coperchio dell’arca levasse, egli fuor ne saltasse e per forza di braccio ne la ritenesse cosi per brieve spazio, non curando né di suo gridare né di sue ciance, ché poi ella tosto farebbe ogni suo volere, si parti, e andossene a casa della femina che doveva servir dei panni a Nebbia. Dove lo ritrovò in punto vestito, per andarsene colá dove egli imposto gli aveva; e cosi, senza troppo stare insieme, andò. Partitosi costui, Scaltro, spogliatosi, il farsetto di Nebbia e uno certo mantello di panno griso, ch’egli usava di portare, intorno si pose; e cosi pian piano seguitò da lungo il negromante. Il quale, tostoclié dove era l’arca fu giunto, avendo ben prima guatato per ogni parte s’alcuno quindi passasse o fermato si fosse, alzò il coperchio, che leggierissimo, per esser tutto di legno, era; né cosi tosto ebbe stesa la mano per trovar ciò che egli cercava, che il buon vecchio, che fin allora con grandissimo desiderio in persona d’altri aspettata l’aveva, sei prese per lo braccio subitamente, senza lasciarlo, uscendo fuor del sepolcro. Sentendosi ritenere il braccio lá entro, e appresso vedendone uscir colui, credendo che veramente il diavolo fosse, incominciò Nebbia a gridare e con mille orazioni e nomi a volersi aitare: ma il vecchio per ciò non lo lasciava, anzi, volendogli fare carezze e baciare, credendolo l’amata, che dissimile molto non aveva la voce da costui, si sforzava