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GIORNATA PRIMA - NOVELLA VIII

procuri la mia salute. Io so che punto non t’è nascoso perch’io qui prigione mi sia; per che non perderò tempo a raccontarloti di nuovo: bastiti intendere com’io mi sono disposto di non voler piú rendere ad alcuno i denari ch’io ho ricevuto per arra e del mio podere e della mia casa, e piú tosto me ne lascerei morire costi serrato. Ma io m’ho pensato che tu, volendo, me ne potrai facilmente trarre, si come quello eh’io so che molto sei grato al magnifico podestá, e per essere l’uomo faceto che sei, e ancora per aver la servitú antica che tu hai con esso lui fin in Vinegia. Quel ch’io vorrei è che tu gli facessi intendere ch’io sono al tutto pazzo e fuor del senno, e assegnarne la cagione al vedermi avere in cosi brieve spazio di tempo e cosi poco onorevolmente consumata cotanta facultá.

10 non resterò dal canto mio di fare tutti quegli atti, quei gesti e segni che possono fare conoscere uno per pazzo: e poscia, appresso l’obligo che eternamente a te ne terrò, voglio che tu goda per amor mio venticinque ducati. E sappi che, s’io di quinci entro esco senza restituire a nessuno quel ch’io debba, mi pare ritornare un signore di nuovo. Si che procaccia il mio scampo, ché in te solo mi fido e solo a te mi raccomando. —

11 nodaro, che astutissimo era e che appresso al rettore si conosceva in qualche favore, tirato piú tosto dal guadagno che da scintilla di pietá che fusse in lui, largamente promise ogni cosa tentare ond’egli fusse liberato di prigione, senza averne altro a pagare che i venticinque ducati a lui promessi; e, perché talora, simulando troppo il pazzo, egli non fusse conosciuto esser non pazzo, consigliò che egli non facesse altro segno, se non che, interrogato, a chiunque li dimandasse facesse le fica con le dita. E, dato questo ordine, di subito si parti e a trovare il podestá n’andò, e, come persona famigliare di casa, a ragionare di molte cose facete e piacevoli si mise. Nel qual tempo per avventura uno di quelli gentiluomini per la truffa a lui fatta da Tomaso a parlare al podestá ne venne, con istanzia grande dimandandogli che egii gli facesse ritornar i denari che esso Tomaso aveva da lui presi per arra della sua villetta. Al quale gentilmente rispondendo il nodaro, e rivolto al podestá, cosi disse: