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compagnia, una mattina per tempo, che la moglie di Valerio a messa era, a’ frati minori se n’andò; e quivi doppo molt’altre parole le fece a sapere il tedio che da Valerio suo marito ella tuttodí riceveva, e appresso mostrolle le lettere che di sua mano egli scritte le aveva, facendone grandissima querela e pregandola che facesse in modo che da lui non fusse piú stimolata; aggiungendo essere al tutto disposta di farlo sapere a Teodoro, s’avvenisse che egli di piú molestarla non si rimanesse. La Margherita, questo intendendo e conoscendolo per vero dal testimonio delle lettere di mano di suo marito scritte, fu dolente sopra modo, e molto la Beatrice della sua saviezza ringraziò e lodò, che non, come qualche altra bardella, avesse il tutto fatto intendere al marito, ma si bene che, come donna saggia e avveduta, avesse prima a lei scoverto il tutto. E promessole di far si che egli per lo innanzi non pure non le darebbe fastidio alcuno, ma che appena la finestra o la porta, di lá passando, guaterebbe, e appresso poi ragionando di questa cosa piú minutamente, e della provisione che prendere se ne doveva, furono d’accordo insieme che Beatrice, un giorno che Teodoro non fusse in Parma, gli desse ordine per una sera in casa sua e gli promettesse contentarlo, e in iscambio di lei vi ponesse essa Margherita sua moglie, e lasciar ch’ella poscia ne facesse il ramarico e gli ne dicesse quelle villanie maggiori che egli meritava; avisandosi questa essere una delle migliori e piú sicure vie che ci fussero a far si che il Narciso si rimanesse di molestare le femine altrui. Affirmato questo ordine, doppo molte altre parole in diversi proposti dette fra loro, s’accomiatarono, e ognuna alla sua casa fece ritorno. Non molto stette Valerio a prestare occasione alla Beatrice di dargli l’ordine fra lei e la Margherita divisato. Percioché, non restando di scriverle ogni giorno, fu subitamente avisato da lei per una sua secreta fantesca ch’ella ad ogni suo comando e piacer sarebbe, ogni volta che egli indugiasse che suo marito alla villa ne gisse, e appresso le giurasse non ne far motto giamai a persona vivente. La qual cosa intendendo Valerio, fu il piú contento uomo del mondo, e giurò mille sacramenti di non dirlo a se medesimo, e ere