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cende alle cose manco possibili. Io per me voglio tacere, ancorach’io mi truovi in qualche parte obligato a qualcuno di costoro, per lo cui mezo giá ne ottenni cosa, ch’io tacerò per non mi dimostrar loro ingrato. — Vedete — disse allora messer Marcantonio Cornaro — come e con che bella maniera il Molino ne dice quasi assai peggio che messer Pietro non ha detto. — Rispose il Molino: — Peggio farei s’ione pigliassi la diffesa, ch’io darei occasione a tutti voi di entrare nel mare delle lor lodi. — Orsú — disse l’Aretino, — posciaché altro sopra di ciò non s’ha da dire, voi, messer Benedetto Cornaro, se cosi vi piace, seguirete l’ordine incominciato, porgendo piú bella materia a questi sublimi intelletti di ragionare e contendere, ch’io appresentato non ho. — Rispose il Cornaro: — Né piú bella né maggiore occasione eli ragionare cred’io che in tutto oggi si appresenterá loro di quella che voi data n’avete: percioché chi avesse tolto a dirne male, come voi v’avevate eletto di fare (intendendo però sempre ile’ ribaldi), mai non avrebbe finito, si che avrebbe avuto grandissimo campo di dimostrare la perfezione del’a sua eloquenza. E chi poi pigliarne la diffesa n’avesse voluto, avrebbe similmente avuto occasione troppo conveniente per dimostrare acutezza ed eccellenza d’ingegno, ancoraché molti ce ne siano degni, per costumi, per bontá e per virtú, che di loro si parli sempre con ogni riverenza e con ogni rispetto. Io seguirò adunque, poiché cosi vi piace, il novellare. — Disse allora il Vitturio: — Cornaro, e’ non sarebbe forse mal fatto che si dicessero novelle le quali non partorissero quistione alcuna, percioché male nel fine si gusta la dolcezza del soggetto per cagione di questo contendere. Ma sarei bene di parere, a voi però sempre rimettendomi, che doppo le novelle si ponessero in campo !<=> questioni, se pure alcuno avrá questo desiderio, o se piú novella veruna da qui innanti qualcuna ne partorirá. — Il qual parere tutti giudicorono perfetto, affermando però che fusse ben fatto che doppo le novelle si disputasse qualche bel quesito, che per legge. E cosi, con intenzione che cosi si facesse, il Cornaro pregarono che la novella incominciasse. Il quale disse: — Il vostro cambiar legge (aveva io il raccontare