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AVENIMENTO XXXIV


Alfonso, deliberatosi di andare a veder Terrasanta, e nel viaggio eontra sua voglia accompagnato dalla moglie, vengono assaliti da alcuni arabi ; l’uno de’ quali è dalla moglie ucciso: gli altri, uccisa lei, si sfuggono. Alfonso in una selva di datteri, doppo molto pianto, le dá sepoltura.

Erasi da tutti diligentemente ascoltato l’avenimento della pudica reina di gallogreci, quando messer Fulvio, a messer Ercole vólto, gli fé’ segno che gli era a grado che esso a messer Emilio, che detto aveva, ragionando dietro andasse. Onde egli, ciò conoscendo, senza fare alcuna dimora, incominciò:

Ancoraché la moglie di Ortiagonte fosse, per quel che si vede, di nazione barbara, non è perciò che ella reina non fusse. Donde si può conchiudere che molto importa il piú delle volte lo essere nato nobile e in grande stato; conciosiacosaché coloro i quali sono in alta condizione posti, si per essere da natura inchinati a magnificamente e con virtú operare, e si ancora perché di scendere alle cose vili si vergognano, communemente producono atti laudevoli, conformi alle qualitá loro, accioché al grado, che tengono sovra gli altri, corrispondano con l’opere. Si come chiaramente si vede dal magnanimo fatto di questa reina, la quale, avengaché dagli inimici suoi fosse fatta prigione, e in misera e grave servitú guardata, e dal libidinoso centurione macchiatale la sua onestá, e appresso costretta con gran somma di danari a ricoverarsi la libertá; tanta fu la fermezza del suo proponimento di prendere, come reina. vendetta della ricevuta ingiuria, che né per téma di servitú o di morte ritrar si volse di fortissimamente seguire la grandezza dell’animo suo, avendo anzi riguardo a quello che le conveniva, che ad alcun altro evidente pericolo che potesse correre. E, tuttoché le fosse fatto al corpo forza, dalle sagge parole di lei, e molto piú dai fatti, si comprese la mente essere stata pudica e la intenzione casta. Ma, lasciando per ora di piú oltre comendarla, posciaché il

G. Par a bosco, Opere varie.

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