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può essere la speranza della futura vittoria vana. Egli è tempo oggimaiche voi, per si lunghi viaggi venuti, avendo tanti monti, tanti fiumi valicato e per tante armate genti passato, da voi medesimi in questo paese vi facciate ricchi stipendi, quali agli alti e nobili vostri fatti si convengono. Cotale termine delle vostre lunghe fatiche la fortuna cotal degna mercede dei meritati stipendi vi è per dare. Né, perché il nome del popolo romano sia grande, dovete stimare che sia malagevole la vittoria, perché spesse fiate gli illustri popoli e i potentissimi re da un nuovo e non temuto essercito sono stati abbattuti e vinti. Laonde, oscurato che sia questo folgore del nome romano e consumate le sue forze, quali fiano quelle genti o quei popoli che possano alla potenza vostra contrastare e all’ardore delle armi vostre resistere? A voi, dico, i quali, con tanta virtú e fortuna dalle Colonne di Ercole, dall’Oceano e dagli ultimi termini della terra partiti, tanti ferocissimi popoli della Spagna e della Gallia vincendo, séte fino a questi paesi con vostra immortale gloria pervenuti. Rimangasi la paura nei vili e codardi petti di coloro, i quali sono nella fuga dai loro patrii terreni per sicuri viaggi ricevuti : a voi si conviene di essere uomini forti, e sempre di stare animosamente tra la vittoria e la morte, e cosi o vincere lo inimico overo, opponendosi alle imprese nostre la fortuna, anzi combattendo che fuggendo, morire. — Cotali furono le parole che Annibaie cosi caldamente a’ suoi soldati diceva. Onde, considerando noi qual fusse la cagione che lui movesse a parlare loro in questa guisa, scorgeremo quella essere stata la alta e singolare virtú di Rutilio, il quale, vedendosi cosi vinto e morto, piú forte e animoso si dimostrò che lo ucciditore e vittorioso nimico.